da: A noi che siamo, 1979
Ingranaggi
Accarezzò il mare. Argento
i capelli
alba di umide conchiglie.
Scrollò ali di farfalla
libertà tra pregiudizi - e se ne andò
a piedi scalzi - unico contatto
per chi sente madre la propria terra.
Madreperla il seno al sole
che venne caldo.
Non più fiori di polvere
povere cose
ingranaggi dove la sera non ha spazio -
si carica l’aria di fiati sospesi.
E se ne andò
senza limiti imposti - insuperabile
ricerca di nuove mete.
Avrò il tempo
Oltre la piana
senza speranza
idoli di carta dormono in letargo.
Ancora giorni avrò nel tempo
isolati da ignoti corsi
e sorsi d’acqua ancora
per lavare
di questo tempo il fango.
Bianco questo letto.