da Aria d’altro colore

Duetti

Tenera la neve si posava
sull’altana dei rigidi inverni
della mia povera casa d’infanzia.
Passavo le ore col naso sul vetro
a controllare ogni mutazione:
le orme di qualche stanco colombo
la corsa dei topi sotto il legno
il gioco delle piante innevate
la danza pigra dei puri cristalli.
In embrione il pensiero d’amore
sarebbe nel tempo continuamente
apparso con la sua esaltazione.

Diviso lo spazio in tre famiglie
il sapore del silenzio di notte
saziava la riflessione confusa
dei perché e dei gesti del giorno.
Passavo ore ad occhi aperti
e non era solo il freddo fuori
ma il malessere fisso - costante
della mia insolita condizione.
Il mio pane solo una carezza
in un momento di giusta intesa.
Il bisogno d’amore era sangue
e battito congiunti per poter vivere
cosicché non cercavo il pensiero.