Scarpa Adriana – Alchimie per una donna

I versi di Adriana Scarpa sgorgano da una fonte inesauribile di pensiero e fluiscono nella pagina. E’ l’esigenza di esprimersi, il magma che ribolle per poi fuoriuscire. La metrica è libera e serpeggia secondo il bisogno: da righi estesi a lampi incisivi. Dovendo fare un accostamento, si potrebbe pensare alla Merini con la sua forza viscerale di rappresentazione.

In Alchimie per una donna, 1° premio del concorso “Città di Melegnano 1999”, l’autrice affronta il tema dell’universo femminile, uno dei più comuni e nello stesso tempo uno dei più ardui, ma la motivazione è talmente forte da superare qualsiasi ostacolo.

Con la lirica che dà il titolo alla silloge si entra nella storia. La Scarpa sa attingere dall’eredità degli antichi cromosomi per significare i compiti, i sentimenti, la resistenza e il coraggio delle donne vissute in simbiosi con la durezza dell’ambiente primordiale. Sin da quel tempo il loro ruolo era segnato, ed esse hanno saputo cogliere e trasmettere sia il male sia il bene, con relative cadute profonde e voli altissimi; e via via negli anni hanno rafforzato la loro immagine divenendo sempre più importanti.

La donna, portatrice di vita, data alla luce con urla di dolore, prende energia dallo stesso sangue; come ha ben detto Oliva Trioschi nella prefazione: “…le donne sanno tessere nel sangue la vita…”. Con pazienza esse hanno elaborato la trama, l’intreccio continuo, ed hanno confezionato pian piano la storia. La Scarpa le riunisce tutte e le accoglie in sé, in quanto lei stessa filo dell’immenso telaio.

La poderosa lirica “Alchimie per una donna” già da sola potrebbe bastare per scolpire il mondo femminile, invece l’autrice non si ferma e propone altre sfaccettature. Si possono così valutare ritratti teneri e freschi, ricordi d’infanzia, canti di momenti felici e confessioni sul suo modo di “essere donna”. S’incontrano anche figure mitiche, come Penelope ed Elena. La lirica “Venere sempre” rivela appieno la dolcezza, la morbidezza che un corpo femminile assume per abbagliare “uno sguardo d’uomo”; e l’uomo appare specificamente nell’ultima sezione della silloge: “Diario segreto”. In questa parte la poetessa manifesta l’amore e la magia del contatto. Con un dettato caldo e pregnante attesta l’importanza dell’unione uomo/donna perché, lungi dal femminismo, per una donna la vera completezza è quella di riunire le due facce della medaglia.

Con questo volume la Scarpa, già affermata poetessa, ha aggiunto senza dubbio un’altra tessera al suo prezioso mosaico.