Lippo Angelo – Voci di frontiera

Voci di Frontiera

Con il volume “Voci di frontiera” (interessante e originale la composizione grafica di Nicola Andreace), Angelo Lippo propone sette poeti pugliesi contemporanei e sette operatori visivi pugliesi contemporanei. Da molti anni, con determinazione, capacità critica e sensibilità artistica, accompagna il tragitto di chi opera nell’arte e nella scrittura mettendone in risalto il relativo impegno. E’ riuscito così a far emergere il magma culturale del territorio pugliese e a farlo riconoscere in campo nazionale ed oltre. Questo, oltre all’amore viscerale per la sua terra, rileva un altruismo unico. Generalmente, ognuno tende a coltivare il proprio orticello ed è più facile che sia propenso all’invidia che alla partecipazione, e Lippo potrebbe benissimo crogiolarsi nella sua personale notorietà.

Le “voci di frontiera” sono dunque ormai conosciute, e il volume è un’ulteriore occasione per consolidare il loro talento. Un altro dato interessante è la diversità con la quale ogni personaggio si è accostato alla poesia o alle arti visive, e i relativi esiti evidenziano le innumerevoli sfaccettature dell’ispirazione creativa.

La parte poetica inizia con Ada De Jiudicibus Lisena, raffinata interprete dell’interiorità, che ricerca l’essenzialità delle emozioni e l’equilibrio naturale delle cose mediante una struttura compatta e stilisticamente perfetta. Il pensiero, anche se carico di profondità e pregnanza (a volte sapienziale), si fa leggero nello sposarsi con la stesura del verso. Lucio Carmelo Giummo è personaggio poliedrico. Oltre ad essere un abile e stimato architetto è autore di monografie inerenti al settore e di saggi di analisi sociale. Oltre a dedicarsi alla poesia, si accosta alle arti figurative. Da questa complessità caratteriale scaturisce una poetica di largo spettro, molto equilibrata e ricca d’immagini e sensazioni. Una maturità espressiva che denota il suo forte coinvolgimento nello scorrere del tempo. Le liriche che Anna Marinelli ha scelto per questo volume aprono alla speranza, all’amore, all’appagante contatto con l’ambiente. Quindi un momento di distensione, un incantamento per la bellezza naturale, un caldo lasciarsi andare all’amore. La sua grande sensibilità si è unita al pensiero lieve, donandoci immagini piacevoli e un senso di pacato ottimismo. Per Rita Marinò Campo la poesia è una fonte inesauribile (ne fanno testo i molti volumi pubblicati), dalla quale scorre ininterrotta una cascata di versi che travolge il lettore. Un dettato vivido e denso che propende all’amore universale, frutto di una fede profonda e consapevole. Per Michele Martinelli la poesia non è il solo interesse, si dedica infatti anche alla pittura e alla grafica. Le sue liriche si distinguono per la loro brevità, ma anche per una velata ironia. Nella sintesi, il pensiero assume una valenza assoluta e si rimane colpiti dal forte impatto. Con un’acutezza singolare, tratta principalmente i tanti gravi problemi del vivere contemporaneo. Anche per Rita Santoro Mastantuono il verso scorre impetuoso, frutto di una costante ispirazione e di un sentire speciale. Copiosa la sua produzione, che comprende varie tematiche ma che privilegia la sofferenza del mondo, la filosofia dell’esistenza e la fiducia in un Dio salvatore. Edio Felice Schiavone sviluppa con maestria una poetica aperta all’infinito. La parola si unisce al verso solo dopo una scelta accurata cosicché le sue liriche, pur mantenendo una certa compattezza, dilatano il concetto fino a renderlo universale. Inoltre, è molto attento ai problemi sociali, che denuncia senza riserve.

I sette operatori visivi contemporanei inseriti in “Voci di frontiera” ci regalano una variopinta interpretazione del loro accostarsi al mondo che li circonda; per ognuno un cromatismo e un segno diverso.

Anna Amendolito propone immagini quasi fotografiche dell’ambiente (paesaggi con albero, facciate di Chiese, ecc.), ma l’atmosfera creata dalla stesura del colore è quella del sogno; un felice connubio dal risultato originale, che sublima la realtà. L’abilità di Nicola Andreace è frutto degli studi accademici, i quali gli hanno permesso di trattare la materia e il segno secondo le proprie necessità. Il risultato è mirabile. Le sue tele rappresentano temi sociali. Il competente tratto figurativo, dal quale si denota la drammaticità del soggetto, è intersecato con segmenti concettuali dal diverso cromatismo. In questo modo il movimento scenico esalta la raffigurazione. Vincenzo De Filippis esprime la sua creatività con delle raffinate figure femminili, modellate con la terracotta. Con grande sensibilità egli riesce a far vivere le sue donne, che trasmettono un pathos interiore ricco di sentimento. Le linee allungate, che le rendono quasi asessuate, servono ad alimentare l’immaginario sensibile. Il segno grafico di Maria Teresa Di Nardo trasfigura la realtà rendendo un mondo fiabesco. Le immagini sono molto singolari. Anche i tenui colori delle chine arricchiscono l’atmosfera sognante e visionaria delle composizioni. L’artista comunica così il suo respiro emotivo, con un tratto apparentemente lieve, che denota invece una sicura gestualità e un’approfondita conoscenza della materia. Antonio Gigante propone con grande abilità quadri dai forti timbri: sia il colore sia la gestualità del segno, che unisce tratti figurativi con toni astratti, trasmettono una certa inquietudine. Infatti, la visione pittorica evoca sensazioni sofferte e un disfacimento architettonico; il tutto simboleggia il profondo malessere della nostra società. L’importanza dell’arte scultoria di Pietro Guida è da molto tempo riconosciuta. Pur nell’imponenza delle sue figure, il risultato plastico, il movimento e l’espressività producono un forte impatto emotivo. Rilevante il gruppo scultorio “Prigione”, dove i personaggi sembrano animarsi dietro la grata producendo un senso di profonda angoscia. Carmen Manco chiude la rassegna con delle opere molto interessanti. La pregevole scelta cromatica produce delle continue sovrapposizioni, in modo che la realtà s’intravveda appena; quel tanto che serve per comprendere il soggetto della composizione. Tutto viene magistralmente filtrato rendendo una visione poetica, un gioco di velature coinvolgenti. Un’elaborazione che parte dal figurativo per fondersi con una ricerca di moderno astrattismo.

Ho cercato di tracciare con dei brevi riferimenti la personalità di ogni artista e poeta, poca cosa di fronte al loro itinerario. Per un sicuro approfondimento, consiglio la lettura di questo interessante volume, e chiudo con un rinnovato plauso al curatore Angelo Lippo.