Donini Daniele – Minim

Minim

Daniele Donini ha pubblicato “Minim” , che segue il suo primo libro “Ira” uscito nel 2017, e fa parte di una trilogia che terminerà con un volume già in lavorazione.

I fatti di questo nuovo romanzo si agganciano a quello del libro precedente e sviluppano altri accadimenti con altri personaggi, ma includono pure dei protagonisti di “Ira”. La trama si sposta in luoghi diversi e in tempi diversi: dal 1415 ai giorni nostri. In questo modo le storie s’intrecciano e coinvolgono vicende accadute nel quattordicesimo secolo con quelle che si svolgono nel tempo odierno. Vi è però un filo conduttore, iniziato nel primo volume, che muove il tutto, ininterrottamente. Questo avviene perché i protagonisti sono delle entità diaboliche imprigionate nello Shaar da Re Salomone nel 826 a.c..: sono Malphas e Dantalian, che parlano nel “Tempo senza tempo”.

In “Minim” ritroviamo Malphas in veste di uomo, essendo stato liberato per errore a suo tempo dal Guardiano, e Donini riesce a trasmettere appieno i vari turbamenti che si succedono nell’animo del demone, soprattutto quando inaspettatamente s’innamora proprio della figlia del Guardiano, lei stessa con il marchio della stirpe dei Guardiani, dovendo succedere al padre.

La narrazione inizia in Boemia nel Medio Evo e segue nei nostri giorni all’interno dell’Abbazia di Broumov, con il ritrovamento di una cripta segreta. Dopo molte vicende che assorbono l’attenzione, l’incarico di esplorare la cripta viene affidato ad una esperta dottoressa. Sarà lei a dare una nuova svolta al racconto, che coinvolgerà altri personaggi ma soprattutto darà modo a Dantalian, il demone che da secoli aspettava uno spiraglio per uscire, di impossessarsi del suo corpo. Con l’evolversi di questi fatti, Donini ci regala dei capitoli mozzafiato che evidenziano la sua conoscenza sulle possessioni e sulle pratiche esorcistiche.

Paralleli, ma nello stesso tempo intrecciati, sono gli accadimenti che riguardano Malphas (nel nuovo ruolo di demone/uomo) e tutti coloro che gli sono accanto. Sono eventi che si susseguono in un alternarsi di emozioni e che tengono in bilico il lettore sino all’incredibile fine (che poi lascia spazio a un possibile futuro).

Già con il primo romanzo ho avuto modo di rilevare l’abilità di Donini nel creare un’atmosfera di tensione, di continuo climax. Ci fa spaziare tra il mondo antico e il moderno con nozioni storiche, religiose, esoteriche e psicologiche. Il suo è uno stile dinamico che salta di continuo tra passato e presente, regalando al lettore una visione cinematografica ricca di immagini.

Oltre alla singolarità della trama, vi è un sottofondo psicologico che sprona alla riflessione su ciò che è bene e ciò che è male. Sulla realtà visibile e su quella parte oscura, a noi invisibile, che alimenta spesso azioni inimmaginabili. Nella pregnante “Introduzione”, Donini ci rappresenta in tutta la nostra fragilità e credulità: “Burattini nelle mani del destino ci lasciamo guidare su strade che non sappiamo dove portino”. In ogni modo, è l’amore che alla fine vince, quale forza che supera ogni altro sentire.

Attendiamo dunque il terzo volume per ulteriori vicende ed emozioni, soprattutto curiosi se al termine ci sarà un vero epilogo.