Defelice Domenico – Sensazioni e nebulose. La pittura emotiva di Ottavio Carboni

Sensazioni e nebulose            (La pittura emotiva di Ottavio Carboni)

L’instancabile Domenico Defelice ci dona un nuovo saggio che sviscera il tratto artistico di Ottavio Carboni. Inizia evidenziando genericamente i vari periodi della sua pittura, che dal frammentismo arriva al perfetto figurativo (pur mantenendo una stesura veloce e lontana dal verismo fotografico), per poi presentare dettagliatamente l’interessante e movimentata vita del personaggio, così da definirne la personalità e rendere l’atmosfera del tempo passato.

Con La ricerca, l’analisi entra in profondità nel merito della tecnica pittorica carboniana. Si può cogliere in questo modo la pennellata del pittore che spazia tra figurativo e astrattismo creando un’aria rarefatta nella quale il paesaggio e qualsiasi altro soggetto acquistano una particolare evanescenza. Lo stile diviene molto personale: forse il solo possibile influsso è quello dell’impressionismo italiano, o meglio, quello dei pittori sardi. Riguardo al movimento impressionista, Defelice prende lo spunto per una disamina che illumina il lettore sui gruppi che si riunivano sia in Francia sia in Italia e che hanno rivoluzionato l’arte pittorica abbandonando il classicismo per abbracciare l’interpretazione della realtà; cosicché, secondo il momento e dello stato d’animo uno stesso soggetto possa essere riprodotto differentemente. La pittura di Carboni sposa questo sentire e le tele rispecchiano le sue varie emozioni, oltre che la trasfigurazione della realtà elaborata secondo la propria intima visione. Non solo per quanto riguarda il segno ma anche il colore, che varia nei diversi periodi del suo cammino.

L’analisi di Defelice si sposta poi sul soggetto ed evidenzia che in quasi tutte le tele di Carboni l’uomo è assente. Nelle sue nature paesaggistiche, infatti, non vi è traccia di vita: piazze, strade vuote, abitazioni dai chiusi battenti. Anche questa è una sua peculiarità, come se fosse assorbito totalmente dalla visione scenica; in più, la risoluzione pittorica lascia libero il fruitore d’interpretare l’opera secondo la propria percezione. Sull’argomento, Defelice presenta vari esempi che lo ampliano esaurientemente, per poi continuare l’indagine e dedurre che dalle svariate figure presenti in molte tele, l’artista non ha bandito l’uomo dalla sua visione, bensì lo ama ritrarre nella sua unicità per esaltarne la forma e l’interiorità. Mentre per la natura adopera un segno vivace, nervoso e a volte distruttivo, per la figura ritrova una stesura piana e riposante. Così, in alcune tele si nota un netto contrasto tra la levigatezza del corpo e ciò che lo contorna. Non solo, Defelice considera anche altri soggetti, come i fiori e le nature morte rilevando che la resa pittorica è meno palpitante e rispecchia un senso di tristezza; un altro lato della variegata personalità dell’artista.

Un mondo, quello di Carboni, che si accosta al paesaggio periferico; un amore per gli ambienti naturalistici, quelli che rispecchiano una certa pace, forse anche solitudine, ma sicuramente una visione poetica. L’importanza della sua attività artistica è convalidata dall’interesse di tanti noti critici, quotidiani, riviste, e dai moltissimi premi conseguiti. Quindi, un ennesimo elogio a Domenico Defelice, che ha contribuito a fissarne il valore con la sua approfondita analisi.