Santese Enzo – Cenni e silenzi nei ritmi della poesia

Prima di entrare nel merito della poesia di Enzo Santese, si deve rilevare la raffinata veste tipografica del volume Cenni e silenzi, impreziosita ulteriormente dalle affascinanti illustrazioni di Luca Alinari che accompagnano e rafforzano l’atmosfera lirica del contenuto. Enzo Santese è anche un noto critico d’arte, ha al suo attivo numerose pubblicazioni, scrive testi per il teatro, radio, televisione, e dirige la rivista “Question time arts.”

Il libro raccoglie una quarantina di poesie, tradotte in sloveno da Jolka Milič. In questo modo viene coinvolto sia il lettore italiano sia quello sloveno. Si possono inoltre raffrontare due letterature, tanto vicine per posizione territoriale ma diverse per accostamento concettuale. Resta comunque un singolare punto di congiunzione, che rispecchia la terra di confine, descritta ampiamente sia da scrittori italiani che sloveni, e Santese in questo nuovo lavoro evidenzia il suo amore verso tale ambiente. Ci dona, infatti, versi molto intensi che penetrano la realtà triestina e colgono sia il cuore di Trieste, con le sue logiche contraddizioni, sia la bellezza accattivante dello scenario che la circonda. Dal richiamo del mare: “Scampoli di candore | su distesa azzurra | contro un sole appena nato, | in involucro di luce | che sparpaglia pulsazioni | di vitalità sul liscio ripiano | di un mare invitante, | …”, a quello del Carso: “Aggrappati al carrello, giù pel declivio, | erto di visioni precipitanti al mare, | si ride di inezie fiorite dal caso, | si grida di felicità regalate dall’aria del Carso, | si pensa al sospiro di un domani incerto, | si gode di essere qui, portati | tra brullo altipiano e costa illividita…”.

Il territorio però non è il tema principale di Cenni e silenzi, anzi, si può dire che incornici il pensiero dominante di Santese, che è quello esistenziale, o meglio, che s’intrecci di continuo con la sua interiorità. Già dal titolo della prima lirica “Essere e tempo” si deduce tale intento. Non solo, perché egli è aperto anche alla sfera sociale e riesce a cogliere le problematiche che assillano il vivere quotidiano, per poi rappresentarle nella loro effettiva essenza. I testi, di medio e lungo respiro, sono strutturati sapientemente e vibrano di una pacata musicalità, basata sulla scelta fonetica della parola. Sono inoltre pregni di un raffinato lirismo, che non scade mai in voli ridondanti o espressioni banali, anzi, tecnica e pensiero sono un perfetto connubio.

Pur affrontando i molteplici temi sopra descritti Santese non si svela mai completamente, e pur riscontrando dai versi una forte carica emotiva e sensuale, una profonda sensibilità e una sapiente valorizzazione scenica, rimane sempre un’ala di mistero. Tutto ciò è senz’altro frutto della capacità d’intersecare il suo intimo e il suo coinvolgimento sociale con il mondo esteriore che lo circonda: Parole rincorrono silenzi | nella sera viva di luci e brindisi | dentro il caffè ripieno | d’umanità vociante, | racconti e vicende | su pagine di vita vera nel coro di tintinnii | protesi su auguri reiterati.”.

La raccolta dunque risulta molto variegata e si colgono sentimenti intensi che toccano sia la sfera privata con nostalgiche epifanie, sia i contatti umani. In ogni modo, come detto in precedenza, Santese non si scopre mai del tutto, neanche se il dialogo esplicita un rapporto amoroso, ma trasfigura il dettato mediante una scrupolosa ricerca della parola poetica.