Ermini Flavio – L’originaria contesa tra l’arco e la vita. Narrazioni del principio
L’originaria contesa tra l’arco e la vita. Narrazioni del principio
L’ultimo libro di Flavio Ermini L’originaria contesa tra l’arco e la vita , edito da Moretti & Vitali, è suddiviso in dieci capitoli, ognuno dei quali tratta un argomento concettuale che viene approfondito tramite i diversi sottotitoli che lo compongono; l’insieme offre una disanima sul complicato trascorrere dell’esistenza e sul mistero che ci circonda.
La scrittura è essenziale: brevi paragrafi distanziati per dar modo al dettato d’incidere maggiormente, che non superano mai una pagina. Vi sono poi tre Excursus: La vita, La contesa, L’arco, nei quali il discorso scritto in corsivo si amplifica e approfondisce ulteriormente il significato del titolo del libro, che prende riferimento da un pensiero di Eraclito: “Nome dell’arco è vita, opera ne è la morte”.
Dalla suddetta riflessione inizia il lungo viaggio di Ermini attraverso il conscio e l’inconscio, l’inizio e la fine, il reale e l’apparenza. Egli scende negli abissi del sentire e s’innalza alla ricerca di una possibile verità, con una narrazione illuminante e sapienziale. Un intreccio difficile di pensieri filosofici che si scontrano con l’effettivo evolversi della vita e procurano un arrovellamento della psiche, oltre a creare la presenza di creature sconosciute, come la sorella del sonno, i guardiani delle sfere, i discenti, ecc.; figure che interagiscono proponendo concetti che si discostano dall’usuale cronologia esistenziale e spesso sono parte integrante degli elementi naturali. Tutto questo determina una continua attenzione per riuscire a captare il superiore pensiero di Ermini, ma anche un sicuro arricchimento dell’intelletto. Inoltre, è sempre presente un’eco poetica che dona alla narrazione un’atmosfera singolare.
Considerando il pensiero di Eraclito per il qualeL’arco assegna il nome alla vita, Ermini deduce che tutto si manifesta dal principio e l’uomo è solo un’entità tra le altre, che viene a trovarsi al centro di un groviglio di azioni e pensieri, con la consapevolezza di dover tornare alla matrice del nulla: “La figura umana non è soltanto un’entità tra le altre, ma un nucleo attorno al quale talvolta si articola lo spettacolo mondano. / Il suo percorso tra l’ultima dimora e la prima si compie in pochi passi.”. Durante il suo transito opera la morte: vigila costantemente ed influenza la coscienza, ossia l’astratto in noi che ci accomuna all’invisibile e al mistero. Un ciclo che si perpetua ininterrotto. In questo contesto Ermini immagina La sorella del sonno, una presenza eterea dalla voce rivelatrice che parla preferibilmente nella solitudine e nel silenzio precedente il sogno; quasi uno sdoppiamento della voce in noi costantemente attiva.
La sorella del sonno e le altre figure inventate dall’autore, identificano inoltre la relatività del passare del tempo: inizio e fine si fondono nel sempre; ma sono pure la ricerca di un nuovo dire, di una nuova scrittura.
Ermini analizza profondamente, anzi, capillarmente, il tragitto determinato dalla nascita, ossia dall’Arco: “Nel volo della freccia è essenziale il tragitto dalla corda all’asta. Quel tratto inaugurale della vita evidenzia un atto complesso e violento, non soltanto uno spiegamento di frutti.”. Considera ogni particolare della complessità della vita, ed è talmente vasto il suo pensiero che solo con la lettura del libro si può comprenderne il grande valore. D’altronde, Ermini è molto noto, e dopo pochissimi mesi dall’uscita, il volume è stato rieditato; segno evidente dell’interesse e della considerazione suscitati.