Turtulici Fulvio – Il mare color catrame

I nove racconti che compongono Il mare color catrame di Fulvio Turtulici sono collegati tra loro dal malessere, dalla solitudine, dal vuoto esistenziale del vivere odierno. Turtulici rende evidente lo squallore delle classi povere; chi è costretto a vivere ai margini della società senza nessuna speranza per il futuro, e soprattutto senza poter recuperare la propria dignità. E’ un libro a volte molto aspro, che blocca la coscienza del lettore. Il dettato scorre veloce, immediato; si sente l’urgenza di raccontare, di gridare l’accusa verso la politica attuale, verso coloro che hanno destabilizzato il mondo.

Vi è una moltitudine di gente in condizioni disperate. Certi scappano dal luogo natio in cerca di un sogno che non si realizzerà, tanti credono che l’occidente sia l’eldorado e non sanno che anche da noi la povertà è in aumento. I lavoratori precari sono sempre più numerosi e riescono a malapena a vivere alla giornata, come il protagonista del primo stimolante racconto. Forse però il danno più grave è quello della rovina del nostro habitat, cosicché la terra si sta rivoltando, e il titolo scelto da Turtulici per il libro rileva che anche lui mette al primo posto il degrado ambientale. Il mare ormai è altamente inquinato, in certi momenti è addirittura un luogo di morte, e le morie di pesci ne sono il segno evidente.

Questo succede sotto gli occhi di tutti, ma a coloro che occupano il potere ed a quelli che vivono nell’agiatezza non importa nulla; considerano solo i propri interessi. Il libro di Turtulici denuncia tutto questo, e perciò a qualcuno risulterà scomodo.

I toni crudi delle varie storie forse sono frutto di una sua personale profonda delusione. Difatti, più si è sensibili al bello, all’equità, alla giustizia, e più si soffre nel vedere che tutto va al contrario. Anche se talvolta il pensiero è di parte, ed in alcuni punti si potrebbero avere delle riserve, resta senz’altro un lavoro molto intenso e molto interessante.