Merciai Giampaolo – Soffio di vento. Storie e misteri del Castello di Lucchio

Giampaolo Merciai ha ambientato la storia del suo libro “Soffio di Vento” nel territorio toscano, a lui caro essendo nato a Prato e vivendo oggi a San Marcello, un centro turistico della montagna pistoiese. Nel romanzo, infatti, oltre a descrivere minuziosamente i luoghi dove si svolgono gli eventi, comunica interessanti informazioni storiche e notizie antropologiche, in modo che il lettore possa accostarsi emotivamente ad essi e ne respiri l’atmosfera.

Il racconto è ben strutturato e si dipana con scioltezza anche se congloba molti intrecci e diversi periodi. L’autore sa muoversi con abilità dal XV al XXI secolo e riesce a collegare armoniosamente le vicende dei protagonisti. Inoltre, l’elemento esoterico costituisce un forte impatto emotivo.

I due personaggi principali sono un cavaliere e soldato di ventura vissuto nel XV secolo ed una ragazza dei giorni odierni. Già da questo si evince la complessità della storia, che deve viaggiare in altra dimensione per congiungere il vissuto del cavaliere con quello della ragazza. Invece, Merciai riesce a condurre il lettore nel susseguirsi degli avvenimenti, ad incuriosirlo sempre di più fino a coinvolgerlo completamente.

Il romanzo è trattato con grande sensibilità. Ogni personaggio ha un suo mondo interiore ricco di sentimenti ed emozioni, cosicché nell’intreccio della trama si delinea un’accurata indagine psicologica. Oltre a ciò, si torna indietro nel tempo gustando una gradevole sensazione di pace.

Elena, la protagonista, eredita dalla zia paterna una casa ubicata a Lucchio, un paesino medioevale. In questo luogo si accende il climax della storia, in questo piccolo borgo sottostante le rovine di un antico castello dove la vita si è fermata nel tempo, dove i pochi abitanti rimasti rappresentano una grande famiglia. Ed è forse solo in questo ambiente, lontano dall’assordante e stressante vita odierna, che si possono nascondere misteri, che si può manifestare lo spirito vagante di un cavaliere. Per godere la narrazione, bisogna essere predisposti ai fatti inspiegabili razionalmente, alle leggende, agli scenari fantastici, a tutto ciò che si allontana dalla monotona esistenza.

Merciai, nella prefazione, propone al lettore di leggere il romanzo come una semplice e strana storia d’amore; in effetti, il filo conduttore del romanzo è l’amore (e i suoi diversi aspetti), ma nell’insieme la storia raccoglie molti altri significati.