Li Volti Guzzardi Giovanna – Le mie due patrie

Le mie due patrie

Con la raccolta Le mie due patrie Giovanna Li Volti Guzzardi c’introduce in un’atmosfera rarefatta nella quale il ricordo, il sogno, il sentimento, si rincorrono mediante un delicato e melodioso verseggiare.

Giovanna, a soli vent’anni, ha lasciato l’Italia per l’Australia, con l’impeto che solo l’età giovanile può dare, quando si ha davanti un’esistenza ricca di promesse, che si sperano sempre positive. Solo ora che gli anni sono passati e il traguardo inesorabilmente si avvicina, può fare l’inventario di ciò che realmente è successo e palesare il suo stato d’animo diviso tra due amori: la nuova patria e il paese delle sue radici.

Pur inebriandosi delle bellezze australiane e pur sentendosi appagata della sua vita affettiva, prova un’acuta nostalgia verso il luogo natio; un tarlo che rode da sempre e nel profondo, tanto da farla scappare: “perché ogni tanto ci afferra il desiderio/ e allora torniamo, camminiamo/ a passi veloci nel cielo / trapunto di stelle o splendente di sole, / e raggiungiamo il nostro Stivale / adornato dal nostro bel tricolore.”

In ogni modo, l’animo di Giovanna Li Volti Guzzardi è abbastanza sereno. Con la raggiunta maturità sa valutare ciò che può dare ancora un significato alla vita e pur avendo momenti di vero sconforto “Oh mio Dio aiutami tu. / Sono giù, terribilmente giù.”, riesce sempre ad afferrare un appiglio e ritrovare la positività “Non importa se è giorno o sera, / son felice e il mio cuore / cose belle spera!”. Lo stesso fatto di essere vivi è motivo di gioia. Se si è aperti alla bellezza della natura che ci circonda, alle piccole grandi cose quotidiane, agli affetti che scaldano il cuore, non si può che dire “Un giorno è troppo corto / per far ciò che si vorrebbe / e intanto si fa sera, / si gode il riposo / e il buon tempo si spera.”.

L’unico male distruttivo e lo “Alzheimer”, che cancella spietatamente ogni ricordo sino a ridurci dei corpi vuoti, e con questa lirica in chiusura della raccolta Giovanna Li Volti Guzzardi vuole affermare che la vera morte è quella che colpisce la consapevolezza del vissuto. Senza ricordi non vi è più vita, perciò si deve godere di quello che ogni giorno ci può regalare: “La felicità è vedere / intorno a te e dentro di te / Amore e solo Amore!”.

Con la raccolta Le mie due patrie Giovanna Li Volti Guzzardi c’introduce in un’atmosfera rarefatta nella quale il ricordo, il sogno, il sentimento, si rincorrono mediante un delicato e melodioso verseggiare.

Giovanna, a soli vent’anni, ha lasciato l’Italia per l’Australia, con l’impeto che solo l’età giovanile può dare, quando si ha davanti un’esistenza ricca di promesse, che si sperano sempre positive. Solo ora che gli anni sono passati e il traguardo inesorabilmente si avvicina, può fare l’inventario di ciò che realmente è successo e palesare il suo stato d’animo diviso tra due amori: la nuova patria e il paese delle sue radici.

Pur inebriandosi delle bellezze australiane e pur sentendosi appagata della sua vita affettiva, prova un’acuta nostalgia verso il luogo natio; un tarlo che rode da sempre e nel profondo, tanto da farla scappare: “perché ogni tanto ci afferra il desiderio/ e allora torniamo, camminiamo/ a passi veloci nel cielo / trapunto di stelle o splendente di sole, / e raggiungiamo il nostro Stivale / adornato dal nostro bel tricolore.”

In ogni modo, l’animo di Giovanna Li Volti Guzzardi è abbastanza sereno. Con la raggiunta maturità sa valutare ciò che può dare ancora un significato alla vita e pur avendo momenti di vero sconforto “Oh mio Dio aiutami tu. / Sono giù, terribilmente giù.”, riesce sempre ad afferrare un appiglio e ritrovare la positività “Non importa se è giorno o sera, / son felice e il mio cuore / cose belle spera!”. Lo stesso fatto di essere vivi è motivo di gioia. Se si è aperti alla bellezza della natura che ci circonda, alle piccole grandi cose quotidiane, agli affetti che scaldano il cuore, non si può che dire “Un giorno è troppo corto / per far ciò che si vorrebbe / e intanto si fa sera, / si gode il riposo / e il buon tempo si spera.”.

L’unico male distruttivo e lo “Alzheimer”, che cancella spietatamente ogni ricordo sino a ridurci dei corpi vuoti, e con questa lirica in chiusura della raccolta Giovanna Li Volti Guzzardi vuole affermare che la vera morte è quella che colpisce la consapevolezza del vissuto. Senza ricordi non vi è più vita, perciò si deve godere di quello che ogni giorno ci può regalare: “La felicità è vedere / intorno a te e dentro di te / Amore e solo Amore!”.