Mazzarino Giuseppe – Algoritmi e Rubaiyyat apocrifo

Un accurato e raffinato studio della parola in un percorso davvero inconsueto

Seguendo la decisione di rendere note le liriche scritte sin dai tempi della giovinezza, Giuseppe Mazzarino ha pubblicato con Portofranco un altro volume (il terzo) della serie Delphinus per la collezione di poesia contemporanea pugliese, diretta da Angelo Lippo.

Il titolo singolare si riferisce ai due “quasi” poemetti che iniziano la raccolta. Nel primo “Algoritmi”, il poeta gioca con gli elementi naturali addentro un’atmosfera universale per rendere ancor più drammatica la sofferenza e la tragedia delle cose. Tutto è coinvolto nell’energia cosmica che ci avviluppa, ma ogni singolo individuo conosce e sente soprattutto il proprio dolore: “…Ma più caro mi è | e più importante | il mio dolore, | che solo è tale | da empiere di pianto l’universo.”

In “Rubaiyyat apocrifo”, ispirato ad Omar Khayyam, troviamo sette eleganti quartine che inneggiano al vino ed invitano a brindare per lenire le emozioni negative e donarsi una piacevole ebbrezza.

Segue un’altra sezione “Altri versi 1972/1974”, che comprende diverse tematiche. Vi sono struggenti ricordi, momenti indimenticabili, visioni di donne amate e lasciate, l’umore del mare e l’odore delle foglie di menta; scene impressionanti “Vecchie bagasce falbe di fastro | ballan faràndole coi gerofanti, | rotean le tibie di marci scheletri | con le fosforee, scialbe fantasie, …” ed altre splendenti “L’uva luglienga s’indolciva al sole | fra accartocciate rubicanti foglie. | Roveva il cielo non schermato, | implacabilmente sgombro del più leggero cirro.”.

Come si evince dai versi suddetti, Mazzarino si distingue per un accurato studio della parola. Sono molti i vocaboli inconsueti che s’incontrano in questa silloge (altri, per es.: Truogola nell’albio, e sgrugna, In tutto quel rubescere avvertivo, fùmida di fraganze serotine, ecc.), con il risultato di una certa raffinatezza.

Quest’ultimo lavoro ci svela un altro lato della poetica di questo personaggio interessante, laureato in lettere, cronista parlamentare e tuttora impegnato alla pagina culturale della Gazzetta del Mezzogiorno. Notabile ed insolita anche la decisione di far stampare le sue liriche dopo tanti anni dalla loro stesura. Di volume in volume, cronologicamente, ci ha fatto ritornare agli anni settanta. Un mondo ormai lontano, certamente superato dalle innovazioni tecnologiche, ma pur sempre attuale per le emozioni ed i sentimenti.

Ora attendiamo di conoscere il seguito, che sarà di sicuro degno di considerazione.