Are Caverni Lidia – La montagna dell’uomo perso

La montagna dell’uomo perso

Lidia Are Caverni, instancabile scrittrice e poetessa, ci dona un ulteriore volumetto dedicato ai ragazzi, edito da Campanotto Editore, nella collana Zeta/Ragazzi.

Il volume contiene due storie di una delicatezza unica. L’autrice ci fa entrare nell’anima dei ragazzi riportandoci alla memoria la nostra infanzia. Sono ragazzi forse di altri tempi poiché sono scevri da interessi elettronici, anzi, sono immersi nella natura e la condividono quasi in simbiosi.

Nel primo racconto il protagonista è Francesco, un ragazzo che va a passare l’estate in una casetta di famiglia a Forno Alto, situata sul cucuzzolo di un’altura sovrastante una valle e con alle spalle un bosco fitto. Arriva assieme alla madre, con i ricordi di scuola e l’aria cittadina, compresi i capelli lunghi che si era sempre rifiutato di tagliare, ma con la promessa che l’avrebbe fatto all’arrivo in montagna. Promessa mantenuta presso il barbiere di Forno Basso, la cittadina a valle. Qui incontra un ragazzo del luogo con il quale nascerà una bella e profonda amicizia. Are Caverni riesce a portarci, passo dopo passo,  nella bellezza della natura montana dove i ragazzi vivono le loro giornate con giochi e vicende varie, acquisendo sempre di più il valore dell’amicizia.

Per Francesco sarà una vacanza di crescita interiore che lo farà tornare a casa con un po’ di rammarico ma con più consapevolezza di ciò che veramente conta.

Il secondo racconto rasenta una fiaba. Il protagonista è Pollicino, il quale si è perso nel bosco assieme ai tanti fratellini. La scrittrice ci fa percepire quasi sensorialmente la presenza degli alberi, del verde, del ruscello, delle bacche e di tutti gli elementi che danno vita all’ambiente montano. Tra le tante vicissitudini dei bambini, il tocco molto poetico è quello di aver incluso, nell’evoluzione della storia, uno sciame di farfalle che li aiuterà magicamente.

Sono due storie semplici ma che riportano alla mente il valore di un’esistenza serena e la spensieratezza dell’infanzia.

 

 

 

Laura Pierdicchi