De Pascalis Luigi – Ritratti

Ritratti

L’opera prima di De Pascalis, “Ritratti”, accolta nella collezione Delphinus diretta da Angelo Lippo per Portofranco, contiene una serie di poesie dedicate per la maggior parte agli affetti più cari e il tono si discosta da quello esplicitamente lirico, poiché il verso usato è atipico e richiama un dire prosastico: “Il vento lo sospingeva all’insù, ora a / destra ora a sinistra, cadeva e risaliva con movimenti ellittici come/ se non volesse arrendersi mai.”. Questo rende subito la poetica decisamente personale.

Apre la silloge un versetto dal Vangelo secondo Luca, il quale introduce il sentire del poeta: un animo che si apre positivamente ai vari aspetti della vita. Egli pensa che tutti gli uomini siano poeti, solo che molti non se ne rendono conto, e la speranza lo accompagna nell’intento di costruire un mondo migliore. Desidera inoltre insegnare la sua esperienza, ciò che ha appreso dalla saggezza dei vecchi. La bella lirica “A mio nonno” è ricca di preziosi ricordi, che evidenziano tutta la suggestione del passato, un bagaglio da non perdere: “Noi lo abbiamo accolto come un tuo dono e trasmesso / ai nostri figli, affinché possano a loro / volta tramandarlo di generazione in generazione fino / alla fine dell’inizio di un nuovo mondo.

De Pascalis si perde nella bellezza del creato: “Il bello è così vario, il nulla solo monotonia senza / variazione alcuna.”, ed affronta ogni cosa con passione; sa in ogni modo che può contare sull’aiuto di chi gli è vicino, soprattutto la donna amata. Egli offre al lettore un pensiero d’amore senza confini: “Il corredo nasce dall’amore di generazioni / che hanno tessuto insieme a fili e ricami i sentimenti / più belli.”, che si tramanda di generazione in generazione ed è composto di una trama particolare: “un dritto, un rovescio”. Un ordito che non si potrà mai sfilare.