Galatà Maria Grazia – L’allarme del crepuscolo
L’allarme del crepuscolo
Il nuovo lavoro di Maria Grazia Galatà, L’allarme del crepuscolo, è dedicato al padre e rappresenta un ulteriore passaggio creativo che mette in rilievo la sua particolare poetica e il suo sentire profondo. Ciò non significa che Maria Grazia Galatà si apra a un dialogo sentimentale manifestando gioie e dolori provati a contatto con la figura paterna, bensì entra in un dettato quasi epistolare nel quale rievoca passaggi del suo percorso tramite una introspezione esistenziale.
Le liriche si susseguono nella loro pregnante sinteticità, quasi un dire ininterrotto per il bisogno di esprimersi e di rigettare il grumo che le preme dentro.
Come ho avuto modo di rilevare in altre occasioni, Maria Grazia Galatà appartiene alla poetica concettuale e coglie impulsi dall’inconscio cosicché il suo sentire non è palese ma è frutto di una elaborazione intellettuale, che lascia spazio a varie interpretazioni ma che trasmette appieno una grande sensibilità e una inquietante solitudine: “nella stanza a metà tra idee inadatte / e un sogno di primavera / mentre una preghiera d’asfalto staglia / davanti al mare lontano – manco / di te – nelle ore astratte di me.”.
Maria Grazia Galatà sa giocare con la parola e non lascia nulla all’improvvisazione, anzi, sa creare quella giusta ambiguità che rende il tutto carico di rivelazioni enigmatiche. Inoltre, sa dare alla stesura poetica l’apposito fiato lasciando spazi di silenzio, interruzioni, o scorrendo fluidamente per l’urgenza del dire.
Tra significato e significante sa intrattenere l’interesse del lettore e trasmettere il suo mondo interiore.