Galatà Maria Grazia – L’altro
In questo suo nuovo lavoro, Maria Grazia Galatà si esprime sia come poeta sia come fotografa. L’altro è composto, infatti, da immagini molto artistiche e suggestive unite a dei testi esplicativi.
La poesia di Maria Grazia si avvale di una struttura sintetica. La parola si staglia sul foglio quasi immagine anch’essa e ogni vocabolo è meditato puntigliosamente per dare il giusto significato, per esprimere la sua voce ma ancor di più il suo inconscio. Il risultato non è di facile lettura, poiché si deve vagliare ogni espressione e cercare di capire il suo vero intento.
Come ha ben rilevato Gio Ferri nella prefazione, “…il segno poetico di Maria Grazia Galatà è in-leggibile e aperto…”, perciò può dar adito a varie interpretazioni. Lei adopera giochi fonici, neologismi, interventi grafici, il tutto per elaborare un risultato originale e intellettivo. Vi sono continue ombre e luci che s’intrecciano nell’esplorare soprattutto la sfera psicoanalitica; un malessere esistenziale carico di esperienze dolorose che abbisognano di essere esternate per una possibile catarsi e nel quale la morte ha una forte rilevanza. Serpeggia pure una certa carica sensuale che contrappone alla psiche l’urgenza della fisicità e della realtà quotidiana.
Come detto sopra, ai testi si sposano immagini che rispecchiano l’atmosfera misteriosa e a volte aspra del dettato. Con la fotografia Maria Grazia Galatà ha potuto rendere visibilmente la luce e l’ombra, ha potuto seguire il rincorrersi dei chiaroscuri creando visioni in dissolvenza, oppure illuminare un unico oggetto che si staglia nel nero che lo circonda; oppure ancora creare grate che richiamano una costrizione, ecc.
Evidenziando il discorso meta-fisico e metamorfico di questo lavoro, e altri dettagli compositivi, Gio Ferri ha ricordato la lezione di Duchamp. Pur condividendo la sua interpretazione, io vi ho percepito una solitudine agghiacciante, un senso di vuoto, un grido che nasce dal profondo. Vi è in ogni modo una speranza, perché il nero non è mai assoluto. Vi è sempre uno spiraglio di luce. Una possibile via d’uscita.