Mazzella Luigi – I pazzi e le smorfie

L’originalità del libro I pazzi e le smorfie di Luigi Mazzella si evidenzia sia dalla tematica sia dal tono prettamente ironico e a volte giocoso con cui egli affronta i vari argomenti.
Mazzella, oltre ad essere noto e apprezzato nell’ambito letterario, è personaggio di rilievo della vita istituzionale. Dopo una lunga e varia carriera, nella quale ha ricoperto incarichi di primo livello sia al servizio dello Stato sia nel privato, attualmente è Giudice della Corte Costituzionale.
Forse è stato spinto dal grande impegno sostenuto in tanti anni, unito alla maturità acquisita, ad accostarsi all’esistenza con uno spirito libero e scevro da ridondanze accademiche, che gli permette di cogliere il lato comico delle situazioni, anche le più delicate. Con la satira, non tralascia neppure gli alti poteri politici o ecclesiastici: “Il monito è pesante / e induce a riflessione / sul cardinal suddetto, / propenso a fare il bene / con il peculio altrui. / Come il famoso lupo, di tradizione antica, / l’uomo di religione, / con il passar del tempo, / perde sovente il pelo / ma non di certo il vizio.”. E’ proprio il tono ironico e canzonatorio a rendere ancor più rilevanti i difetti di chi dovrebbe guidarci.
Con la sua vasta conoscenza storica e culturale, Mazzella gioca anche con il passato ricorrendo a personaggi mitologici e stravolgendo piacevolmente le storie conosciute mediante la sua personale visione. Ne risulta un dettato avvincente, che in qualche punto rasenta la comicità: “Pandora, che il marito / a fondo conosceva / per la sua incontinenza / di genere urinario / soprattutto notturna / l’aveva preavvertito. / Non aprire il coperchio / per usare il mio Vaso / nel corso della notte!”. Ma la sua attenzione spazia pure nelle problematiche sociali e negli atteggiamenti e difetti dell’uomo.
Inoltre, è doveroso un cenno di rilievo riguardo alla sezione “Aforismi” che conclude il libro. Sono pensieri densi di significato, quasi sapienziali, che toccano vari temi e pur nella loro brevità illuminano la mente del lettore. Per esempio in “Una facile profezia”: L’umanità sarà più felice quando il numero dei cervelli non sarà più così macroscopicamente inferiore a quello delle teste.
Da VERNICE nn. 46-47/2012