Milite Raffaella – A mio figlio

Editing Edizioni Treviso 2007 – Pagg. 136  € 11.00

Il ritmo martellante e molto scorrevole della  scrittura rende il romanzo “A mio figlio” di Raffaella Milite molto avvincente; uno di quei libri che non si vorrebbe mai interrompere per la curiosità di conoscere lo sviluppo degli eventi e per il costante trascinamento emotivo e a volte sensuale. La storia di Lola, una ballerina della compagnia di Macario, si svolge infatti in un continuo crescendo sino alla fine.

L’ambiente del primo novecento è pregno di un’atmosfera particolare, molto diversa dai giorni odierni, nella quale i personaggi acquistano una valenza propria che li distingue in ogni atteggiamento o pensiero. Ormai malata terminale, Lola racconta al figlio la sua vita affinché possa capire i motivi per i quali non è stata la madre che lui avrebbe desiderato. Il passato è narrato in forma diretta, come fosse attuale, tanto che il lettore resta un momento spiazzato quando incontra il primo testo scritto in corsivo, dal quale si evince che i fatti precedenti riguardavano un tempo lontano. E lo sdoppiarsi della voce narrante crea un ulteriore motivo d’interesse.

Raffaella Milite è riuscita a trasmettere il sentimento forse più difficile da descrivere: la passione. Ha saputo entrare nel profondo del cuore ma soprattutto ha reso evidente il travolgimento sensuale, l’attrazione che sconvolge la ragione. L’ha fatto senza mai scadere nella volgarità coinvolgendo appieno il lettore. E’ riuscita inoltre a scavare nella psicologia dell’animo femminile portando alla luce le molteplici e diverse implicazioni emotive che lo tormentano, ed ha colto le problematiche dell’amore materno, il quale, pur essendo grande e viscerale può creare a volte delle incomprensioni e degli attriti.

DA SILARUS N. 10/2008