Montaruli Valeria – Spazi che respirano senza tempo

BESA Editrice 

Valeria Montaruli con “Spazi che respirano senza tempo” ci offre la sua opera prima. Il suo nome si era già evidenziato in precedenti antologie, e questo lavoro conferma la validità della sua poetica.

Il volume è suddiviso in quattro sezioni, che però interagiscono tra loro per delle costanti che rappresentano il mondo interiore della poetessa. La natura, per esempio, è determinante, e già dalla prima sezione, che dà il titolo al libro, si entra in un ambiente paradisiaco; una Natura che perde il contatto con la realtà e si carica di un’atmosfera misteriosa. La Montaruli, infatti, predilige il sogno, la visione, il simbolo, per creare delle immagini ricche di lirismo. E’ con questo ambiente che intreccia le sue emozioni e le sue problematiche vitali: “Consumata/ da fiumi interiori / opalescenti liquide scaglie/ che asciugano/ remote incrostazioni./ Nella radura incantata / si sgretolano / barriere di incomprensioni.”. Nella seconda sezione è più evidente la sua ricerca interiore, resa sempre con un linguaggio allusivo e metaforico, cosicché il significato, unendosi agli altri elementi, assume anch’esso una trasfigurazione.

L’itinerario continua attraverso una profonda analisi psicologica e filosofica, e il dettato si rafforza ed incide. La poetica della Montaruli è molto personale per il suo accostarsi alle cose, anzi, per il suo compenetrare le cose. Tale atteggiamento è dovuto senz’altro al suo interesse per le filosofie orientali, come ben spiega Fuiano nella prefazione, e come si evince da una sua stessa nota a termine della quarta sezione.

L’ultima parte è dedicata proprio al pensiero induista, e vi si trovano delle liriche molto intense che aprono un’ulteriore visione e ci prospettano un altro mondo, o meglio, una dimensione nella quale non esiste nulla e tutto si perde nell’illusione.

Per terminare, ritengo la lettura di questo libro veramente stimolante.