Lucente Natino – Il canto di un sosia

Il canto di un sosia

Un nuovo libro si aggiunge alle molteplici pubblicazioni di Natino Lucente: Il canto di un sosia. Un titolo che dà adito a più interpretazioni. La prefatrice Patrizia Altomare ha colto il suo distacco dalla poesia astrusa e da tutte le forme letterarie che sviliscono la vera poesia. Sandro Gros Pietro nella postfazione ha inteso invece un accostamento al romanzo Il sosia di Dostoevskij.

Io potrei azzardare che Lucente si senta lontano da una marcata liricità e da acute emozioni, poiché la sua maturità letteraria e l’esperienza di tanti anni vissuti gli permettono di porsi alla poesia con un animo vigile e nello stesso tempo più distaccato, come si evince dalla lirica Sosia in apertura del libro: “…il poeta coglie parole e nuvole / e vola nel vento, / costruisce castelli incantati / e palazzi di solidi muri / dove deporre i suoi sogni / e vaticini sofferti, / rapisce degli uomini il cuore e ne canta il profondo sentire,…// Io non ho niente di questo / io solo somiglio / e recito al meglio la parte.”. Nella raccolta si coglie, infatti, una visione lucida e concreta delle situazioni esistenziali e serpeggia un certo tono ironico.

Egli è ben cosciente che la vecchiaia comporta un cambiamento radicale sia per i lievi cedimenti della memoria sia per gli interessi che perdono di valore: “di non sentire più in cuore / l’intensità degli affetti, / di non avere interessi / per tutte le cose che un tempo / pensavamo essenziali.”, e descrive un vissuto ricco di ricordi ma soprattutto di motivazioni psicologiche e filosofiche, che fotografano a volte una realtà dolorosa. Una realtà che negli anni pesa sempre di più sino a fargli dire che la vita stessa è un’illusione: “Noi siamo inesistenti, / le nostre voglie e i nostri dolori, / lo spazio e il tempo / nostre inviolabili prigioni / le nostre stesse vite/ non hanno appartenenza / a nulla e a niente.”.

Questo suo ultimo lavoro rispecchia dunque un profondo pensiero e una visione cruda e amara del nostro passaggio terreno. Un libro che coinvolge appieno e trasmette al lettore una consapevolezza inquietante.