Nesti Walter – Calu perduta

I “Quaderni della Valle”  – 2002

Per i “Quaderni della Valle” è uscito “Calu perduta” di Walter Nesti, secondo volume di una trilogia. Come per il precedente “Itinerario a Calu”, vincitore del premio Città di Pomezia del 1989, nel poemetto si trovano solo liriche di dieci versi, quasi tutti endecasillabi, ed è suddiviso in cinque canti. “Itinerario a Calu” termina con il “Presagio”, nel quale l’innamorato perde la sicurezza di essere corrisposto e sente che la sua donna/Calu si sta allontanando; “Calu perduta”, giustamente, inizia con “L’addio”.

Già dalla prima lirica, assieme alla musicalità unica dell’endecasillabo, si ritrova la forza della parola di Nesti. Egli sa trasmettere un avvenimento attraverso un accentuato lirismo ed un abile uso della metafora, tanto da renderlo sdoppiato nel senso e duplicato nella resa emozionale; così Calu e la sua donna s’intrecciano in un soggetto indefinito.

 Nel primo canto regna un’atmosfera ricca di tensione, un’alternanza di momenti di speranza e disperazione. Il poeta, o meglio forse il protagonista, sente avvicinarsi il definitivo giorno dell’addio e inutilmente cerca ancora di tendere la mano: “A quel corpo la mano si tendeva/ sperava saggiarne il contorno/ come cieco che cerchi una strada…”. Ormai ha la consapevolezza di dover tornare ad una condizione di solitudine: “Ora sapevo quello che volevi/ il ritorno al deserto putrescente/l’affondare dei giorni nella sabbia…”; infatti, il secondo canto parla de “Il ritorno al deserto”.

L’innamorato vive l’abbandono come una sentenza amara, e mentre la casa e l’ambiente vibrano ancora della “presenza” egli “respingeva il verdetto di condanna”. In tale situazione l’animo malato vaga tra ricordi e desolazione, e lo sconforto porta ad uno struggimento continuo; ciò che lo attornia si perde nell’oscurità e nel ghiaccio della notte, Calu si copre di “Bava di lumaconi attorno al monte/ come sciarpe di seta attorno al collo/ bianco di Calu abbandonata…”, e in questo stato si entra nel “Sogno e delirio” del canto terzo.

Più di un grido disperato, le dieci liriche di questa sezione contengono un andamento allucinante dove Calu appare come miraggio “Lanciata al punto di rugiadosa bava/ ecco distesa in mezzo al prato stava/ Calu in flessuosa posa inerme sulla zolla…”, diventando sempre più un’ossessione, un chiodo infisso. Anche qui il notevole tono lirico regala delle immagini veramente non comuni e avviluppa il lettore in una spirale emotiva.  Il protagonista ormai è vicino al baratro: “Inginocchiato al discrimine ardito/ scavavo con le mani un covo cupo/ per sfuggire all’orrore del dirupo…”.

Il canto quarto “La vita nomade” inizia con un timbro ancora più forte e i primi momenti d’odio s’infiltrano qua e là: “Vagiva il bimbo vomitato/ sulla riarsa terra del serpente/ valva che s’era schiusa all’odio…”. Comincia un pellegrinaggio attraverso la negazione, un pellegrinaggio addentro all’anima e al paesaggio circostante, cosicché luoghi e sentimenti s’incrociano e si accomunano. Un viaggio, in ogni modo, verso il nulla: “…in quell’andare folle verso il nulla/ nel quale mi buttavo alla rincorsa”, che porta all’esasperazione de “Il tempo degli assassini”. 

In quest’ultimo canto si accende la voglia di vendetta, tanto la carne è martoriata dal dolore: “…sulle rocce cosparse dal sangue/ di un agnello che cercava vendetta/ al lugubre lamento del lupo.”. In questi versi scorre veramente il dolore, e le belle metafore che segnano la cattiveria del forte verso il debole rendono efficacemente lo stato d’animo del protagonista annientato dall’abbandono subito. Il libro chiude con l’immagine dell’uomo nel deserto, la sua Calu assente, e la tristezza di un canto senza amore: “…il millennio chiudeva nel sangue/ dei dissepolti sterili canti/ di libertà che non aveva amore.”

Anche questo secondo poemetto segna la capacità stilistica e poetica dell’autore; ed ora si spera di poter leggere presto il terzo volume della trilogia (ancora inedito) per conoscere finalmente l’epilogo di questa storia affascinante.

POMEZIA NOTIZIE – 11-2002