Comerio Olga – Quando l’Io incontra l’amore

Non conosco l’età di Olga Comerio, ma nella silloge Quando l’io incontra l’amore sprigiona un pensiero talmente fresco e aperto, che presumo sia molto giovane. Già il titolo rivela il contenuto: un inno all’amore, trattato con liriche di breve respiro, ma che nella sintesi lasciano un segno.

Olga Comerio racconta la sua esperienza, vissuta con una particolare sensibilità e perciò ancor più sentita. In questo modo, i momenti di gioia e delusione hanno lasciato un segno indelebile, arricchendo e maturando il suo animo, cosicché ha sentito il bisogno di esternarli poeticamente.

Vi è la necessità di trovare una persona alla quale donarsi, anche se ciò comporta una continua dipendenza e a volte molta sofferenza. L’innamoramento, infatti, è uno stato speciale nel quale si perdono sia la cognizione del reale sia la stessa lucidità intellettiva; ma la solitudine pesa e il senso di vuoto opprime, mentre l’incontro e l’unione con l’amato producono emozioni paradisiache. Trovare l’amore vero non è facile e nella ricerca si possono avere esperienze negative, però tutto serve per crescere e trovare la forza di superarle: “Sarà facile vedervi ancora | angosce, | delusioni, ma, | guardando meglio, scorgerai anche | tanta forza di combatterle.”.

Nell’alternarsi di gioia e dolore rimane dunque la volontà di continuare, e la poetessa scruta gli atteggiamenti dell’amato nell’intento di carpirne l’essenza. Invero, talvolta l’apparenza inganna, e lei domanda: “dimmi chi sei? | Devo sapere…| perché vivi tra gli impulsi del mio cuore.”.

Olga ci offre dunque la testimonianza di un difficile percorso, nella consapevolezza che solo l’unione può completarci, anche se non mancano i momenti di sofferenza. Un altro punto rilevante è che si deve aver molto da dare; un altruismo che rasenta l’annullamento, ma che in fondo ripaga e scalda il cuore. Una vita senza amore non può essere che sterile e si deve trovare il coraggio di denudare il proprio animo senza pretendere nulla. Solo così si può vincere l’aridità, lo sgomento e perché no, l’infelicità che prevale nel nostro tempo.