Ferrari Piero – Soli al tramonto
Soli al tramonto
Nella raccolta Soli al tramonto Piero Ferrari sviluppa dei versi che seguono la tradizione classica e creano un’armoniosa musicalità che si accentua quando si trova la rima baciata. Il suo è un pensiero profondo che tocca valori esistenziali ma lascia spazio alla porta del sogno, come si può evincere dalla lirica “I fanciulli del primo binario”, meravigliosa e commovente, e dalle altre composizioni che seguono, sino a “Epopteia”.
È un intervallo che divide una prima parte, dove prevalgono temi introspettivi, ed un’ultima sezione di liriche che propongono altre riflessioni esistenziali, per cercare di cogliere il valore di una evidente verità, che rimane pur sempre relativa rispetto ai diversi sentire e che porta alla fine un grande sconforto. In “Soli al tramonto”, Ferrari trasmette appieno la solitudine in cui l’uomo si trova: “Come l’abbraccio reca in sé / il lascito della separazione / così la luce dell’alba / non si distingue dal sole / che, al tramonto, declina”.
Al termine del libro, Piero Ferrari riprende il pensiero in “Soli al tramonto: parafrasi minuta”, con un testo in prosa che interseca la dimensione della realtà con quella del sogno, rappresentando la luce dello spazio immaginario e la desolazione della caducità della vita, dove alla fine si rimane sempre soli con se stessi. E’ proprio nella lirica “A me stesso” che esplicita la sua domanda, che non ha risposte: “Grande è il desiderio / di essere me stesso. / Ma quale me stesso? / Un come senza perché / una speranza vana / una mescolanza strana / di sogno e verità.”.
Il titolo del libro richiama questa sua verità e nella lettura si evidenzia il suo spessore umano e poetico.
La poesia di Ferrari è densa di significato e non si perde in giochi di parole, bensì ogni verso è ben strutturato e cattura l’attenzione del lettore tramite una voce sincera e vibrante.