Pierri Miriam – Albero crociato e altre raccolte
Genesi Editrice 2018– pagg. 100 – € 12,00

Miriam Pierri, per le sue qualità di scrittrice e pittrice, è personaggio ormai noto e ben riconosciuto nel mondo letterario/artistico. Il nuovo volume “Albero crociato e altre raccolte” si aggiunge alle precedenti ventidue raccolte di poesia e riunisce tre sillogi diverse. La prima, “Albero crociato”, titolo che richiama il peccato di Adamo ed Eva per il quale l’umanità è stata condannata fino alla nascita di Cristo, è suddivisa in tre sezioni: Errore, Cambiamento e Resurrezione. Iniziando la lettura, si entra in un mondo surreale che si affida a un fiume in piena di pensieri e visioni. Il suo verso, infatti, si snoda con una propulsione rilevante creando testi di ampio respiro e di forte pregnanza. Vi sono richiami biblici che coinvolgono Caino, Abele e altri: “Frutto del bosco la paura, ladra del battito quieto. / al lupo la caccia, ancora nella gola sussulta / l’Agnello, Abele una credenza, si nega / l’esistenza di pascolo innocente. / il furto, l’inganno, la caccio col lupo / che ruba a Caino il cuore incorrotto, ”. Sono riferimenti che si ritrovano anche nella seconda raccolta. Il tutto reso con un originale dettato che s’intreccia con pensieri universali rendendo la storia solo un pretesto per una disquisizione personale.
Nella seconda raccolta “Tema e varianti”, Miriam Pierri rientra nel vissuto terreno con le varie problematiche esistenziali e la quotidianità. E’ un percorso approfondito che sfiora molti concetti e riflessioni filosofiche, mettendo in risalto soprattutto la nostra caducità e il lento ma incessante passaggio del tempo che porta sempre ad una fine: “Quando ormai anche / il crepuscolo chiude /quando l’ultima brezza è quietata / quando l’ultimo volto ricordato disfa, / premonizione è nel segno scuro della sera. / La morte attesa, /rivelazione di ultimo segreto, /bussa e entra.”.
Per ultimo, la poetessa ci propone il poemetto bilingue “Il pianto di Enrico / Enrico’s crying”. I testi, in italiano e inglese, rivelano l’altra faccia dell’esistenza: quella quasi infernale del mondo della droga. “Esplodono le tempie, / è frantumo di fronti violente, / la violenza che conquista / non calma che alla vista / del sangue in getti multipli. /Eccitati da non poter fermare / la furia dei coltelli, / omicidio e suicidio / un’amicizia forte.”. Qui il contenuto diventa ancora più visionario, in certi tratti molto crudo, e rappresenta in modo straordinario l’allettante promessa della gioia artificiale e l’incubo dell’annientamento.
Il libro è molto corposo e richiederebbe un’analisi più ampia: 216 pagine colme di una scrittura che si discosta dall’usuale per creare un’atmosfera surreale e quasi profetica (come ha ben rilevato Sandro Gros-Pietro nella prefazione), un viaggio che oltrepassa il reale svolgimento esistenziale per aprirsi al mistero dell’oltre.
In VERNICE 2017