Ragni Paolo – Scandisk

Prospettiva Editrice – Euro 5.16

Scandisk propone una scrittura che si distingue per una sintassi particolare. In certi punti il ritmo ossessivo perde i contatti grammaticali per seguire un filo logico molto personale; la narrazione, sbilanciata spesso verso una coordinazione, ritorna poi nella giusta logica e crea una ricercata alternanza di suoni e significati.

Siccome nella retrocopertina del libro si evidenzia che i racconti appartengono alla metà degli anni ’90, e che lo stile attuale dell’autore è diverso, mi sarebbe piaciuto poter confrontare le due scritture per tracciare il percorso di Ragni.

I sedici racconti (alcuni brevissimi) presentano diversi argomenti, ma due temi sono ripresi più volte: quello di Edvige che raffigura una donna amata e quello di Tayatsumy, un tipo molto bizzarro. Edvige è presente in sei episodi e Tayatsumy in quattro, cosicché l’esporre s’intriga e si estende.

Ragni ha una fertile fantasia e i suoi personaggi, con atteggiamenti stralunati, si muovono in un ambiente quasi surreale. Per esempio in “La radiocuffia” il protagonista si isola da tutti per convivere con una radiocuffia. Alla fine, accortosi che anche senza la radio non si sente rumore, resta sempre con la cuffia, solo e in completo silenzio. Oppure nell’ultimo scritto “I tempi in cui montavamo le bombole del gas”, dove la storia inizia con un ritmo tranquillo e in un crescendo inquieto raggiunge effetti inverosimili ed angosciosi.

Nella raccolta si colgono pure momenti di ricordi giovanili, con i relativi sogni, ed un impegno politico/sociale, presente in quasi tutti gli episodi. Inoltre, aleggia sempre un velato senso di malinconia, reso in certi punti con ironica tristezza, in altri con espressioni ancora più forti, come: “Il dolore passerà”.

Con Scandisk (che in gergo informatico significa esplorare e compattare il disco del computer), sembra che Ragni abbia voluto esplorare e ripristinare il suo mondo.

Sìlarus – n.220 – 2002