Richter Mario – La poesia di Maria Luisa Daniele Toffanin

IL CROCO – I quaderni letterari di POMEZIA NOTIZIE – Aprile 2009

Mario Richter nel saggio riguardante la poetica di Maria Luisa Daniele Toffanin evidenzia innanzi tutto la sincerità della scrittura: “…dà conforto riconoscere ogni tanto parole di verità, ascoltare accenti sinceri di vita, ritmi che si accordano spontaneamente con i palpiti del cuore e della natura.”, per approfondirne poi l’itinerario iniziato in età matura, dopo una lunga gestazione ricca di letture dei maggiori poeti e di un approfondito lavoro introspettivo. Emerge così un mondo particolare, nel quale le varie sfumature delle bellezze naturali assumono una rilevante importanza e dalle quali la Toffanin attinge la linfa necessaria alla sua poesia; precisamente, nei suoi versi il pensiero s’intreccia con il sensibile andamento delle cose creando una suggestiva atmosfera, ricca di emozioni e musicalità. Riguardo quest’ultima, Richter fa notare le varie assonanze che danno appunto un ritmo particolare ai componimenti e nello stesso tempo rendono ancor più pregnante il contenuto.

La Toffanin recupera frequentemente il passato per distillarne l’essenza. Riporta in questo modo alla luce importanti sensazioni vissute e momenti decisivi della sua esistenza, arricchiti dal valore degli echi di una volta, associati alla presente illuminante visione. Un rapporto che dilata lo spazio temporale generando un sentire propenso alla speranza e alla serenità. Ciò che caratterizza la poetica della Toffanin è proprio la capacità di rievocare visioni ed emozioni passate per poi rielaborarle e porle in una dimensione fuori del tempo.

Richter, nel considerare la produzione della poetessa, rileva anche l’amore per la terra natia, che scaturisce da versi molto coinvolgenti: un connubio di anima, corpo, natura, al quale il lettore si unisce totalmente partecipe. Continua poi esaminando la raccolta che la Toffanin ha dedicato a un’amica prematuramente scomparsa, dove “L’amica diventa proiezione di un rimpianto e di una speranza.” . All’evocazione celebrativa è inclusa Padova, la città che ha colto in grembo il passare della loro amicizia, ricca d’incontri e di emozioni. Valuta pure il coraggio con il quale la Toffanin ha affrontato il tema di “Iter ligure”, il libro che parla di un viaggio in Liguria, terra già descritta ampiamente dai suoi illustri figli, come Montale, Novaro, Sbarbaro ecc.; quasi una sfida poetica, superata con il suo stile garbato e personale. Anche in questo caso, infatti, ha saputo fondere il territorio con l’interiorità, rendendo un messaggio molto pregnante. Il viaggio dunque diventa un itinerario articolato che segue una certa tradizione classica, pur essendo trattato con una moderna struttura poetica. 

Richter termina la sua disamina giudicando l’ultimo libro “Fragmenta”, edito da Marsilio, con il quale la Toffanin convalida lo spessore della sua poesia. Pur se il titolo richiama una frammentazione, il profondo scavo lirico, unito a una dettagliata analisi dei sentimenti e degli accadimenti, pone la raccolta ai primi livelli di pensiero. Forse per la prima volta aleggia una sicura angoscia per la consapevolezza che tutto abbia perso valore, ma proprio questo doloroso convincimento sprona la poetessa a ricercare quello che può ancora ridare un significato alla vita. E solo il riappropriarsi della sua stessa esistenza, sin dall’infanzia, il contemplare la magnificenza del creato, il seguire ogni mutamento di stagione (continua morte e rinascita) può aiutarla a ritrovare un motivo di gioia, e riconciliarla con il mondo. Ed è proprio con questo suo ultimo tormentoso lavoro introspettivo, che la Daniele Toffanin avvalora il suo messaggio di speranza.

POMEZIA NOTIZIE – 9-2009