Sallustio Gianna – La sposa del sole

Genesi Editrice 2013 – € 15,00  Pagg.136

Quando ho ricevuto il volume La sposa del sole di Gianna Sallustio pensavo fosse solo un romanzo. Accingendomi alla lettura, invece, mi sono subito resa conto dell’originalità dei temi, poiché trattasi di un’opera “educativa” che dispiega la storia dell’antica terra degli Inca e il mistero delle pietre di Ica, dove i personaggi hanno un ruolo quasi marginale essendo la loro vita dedicata a questi studi e ricerche.

Già quel mondo lontano e misterioso ha un fascino particolare e l’autrice, tramite una notevole conoscenza e una scrittura limpida, ha saputo, pagina dopo pagina, inchiodare l’attenzione. La dettagliata documentazione in suo possesso rileva un’approfondita ricerca e trasmette al lettore una veridicità ancor più coinvolgente.

I protagonisti sono una coppia di archeologi. Il marito segue la storia degli Inca e la moglie quella delle pietre di Ica. Entrambi talmente appassionati al proprio lavoro da prediligerlo al loro rapporto, cosicché le loro vite saranno destinate a separarsi. 

Con il Professore entriamo nella storia degli Inca, popolo che abitava il territorio dell’attuale Perù. Una civiltà evoluta, che seguiva l’andamento della sfera celeste e possedeva diversi materiali preziosi, come ben evidenziano le immagini inserite nel volume che riproducono oggetti in oro e varie altre pietre dure. Un popolo che ignorava la scrittura, ma comunicava con delle cordicelle variamente colorate e aveva già scoperto dei metodi speciali di chirurgia. Una cultura fiorente, distrutta dai conquistatori spagnoli e inglesi. Gli Inca adoravano il sole e per placare l’ira della natura ricorrevano anche a dei sacrifici umani, come appunto quello della “Sposa del sole”, la bambina di undici anni che dà il titolo al libro, sacrificata al Dio Uascarà. E questi sono solo degli accenni rispetto alle tante nozioni che si possono apprendere con la lettura.

Ciò che riguarda le pietre di Ica lo scopriamo dalla moglie del professore e sono notizie sorprendenti poiché sembra che risalgano a 220 milioni di anni fa. Vi sono centinaia di esemplari di diverse dimensioni: pietre da una cinquantina di grammi fino a 500 chilogrammi, e riportano delle incisioni tanto precise e nitide da sconcertare. Riproducono scene molto varie tra le quali animali preistorici (in una addirittura un esemplare vissuto 300 milioni di anni or sono), degli interventi operatori, ominidi assieme a dinosauri ecc. Anche in questo caso solo con la lettura si riesce ad ampliare la materia e a stupirsi di tanto mistero.

Gianna Sallustio ci ha donato quindi un’opera veramente importante e istruttiva. Alla fine però ci lascia con una nota malinconica, poiché rivela che dedicando la propria vita alla ricerca si può rischiare di ritrovarsi in solitudine, come succede al suo protagonista, al quale alla fine rimane solo la compagnia di un pappagallo.

Laura Pierdicchi