Sallustio Lucia – E ti torce l’amore
Il Croco – I quaderni letterari di Pomezia Notizie – Gennaio 2011

Con la raccolta “E ti torce l’amore”, Lucia Sallustio ha meritato il terzo premio al Città di Pomezia 2010. Già dal titolo si evince che si parla del tema forse più difficile da affrontare poiché trattato sin dai primordi e sezionato da una moltitudine di poeti. D’altronde, è il sentimento più importante, il fulcro della vita.
La voce della Sallustio si snoda in un verso molto ben equilibrato e ricco di suggestioni. E’ un canto nel quale emerge la sua capacità di amare, di donare, di comprendere.
Quando la coppia è immersa nella passione iniziale, tutto il resto scompare e le emozioni travolgono: “Ci cercammo nella notte e nel giorno / per timore di perderci / nell’oblio dell’irrazionale / nella tentazione dai mille volti”. Ma nella continua evoluzione, nelle traversie quotidiane e nell’abitudine, anche l’amore inevitabilmente s’indebolisce: “Filo e matassa, oro e piombo, / sciolto e avviluppato / nel grigiore dei giorni uguali, / stretta catena o ghirlanda / odorose del nostro Eden / fitto di soli, lune e stelle / come di ugge, bronci e baci / reiterati suggelli d’Amore.”.
La Salvemini comunque supera il passare del tempo poiché il suo sentimento è radicato nel profondo e sa cancellare ogni egoismo: “ E senza rimpianti o ragioni oscillanti / ho liberato gli aspidi malvagi, trattenuto i bouquet fragranti. / Li ho regalati a te che incontrastato veleggi nel mio cuore di panna.
Arriva però il giorno della vera crisi, quella dell’abbandono, quella in cui la donna si accorge che, malgrado ogni suo sforzo, il suo uomo resta indifferente: “Ma mi accorgo che più / non ti strego.”. Allora tutto crolla e disperata vorrebbe annullarsi: “Lo stomaco in subbuglio / il cuore che mi batte / la testa che mi gira / le membra tremolanti. / E dentro la rabbia e lo stupore / che tra noi non fosse più amore.”. Nonostante tutto, in lei non vi è rancore, tanto meno odio. In lei l’amore non è finito, anzi, coltiva la speranza che un giorno l’amato possa ritornare.
Dalla silloge emerge una grande maturità, che la poetessa desidera trasmettere anche al figlio innamorato, dedicandogli una lirica ricca di consigli. Un itinerario il suo che ci accomuna, poiché tutti noi abbiamo conosciuto la gioia e le pene dell’amore.
Laura Pierdicchi
POMEZIA NOTIZIE – 3-2011