Santoro Mastantuono Rita – Con te mio Dio
portofranco 2005

Il tema religioso, presente anche in precedenti pubblicazioni, trova in quest’ultimo lavoro di Rita Santoro Mastantuono un impiego esclusivo, come d’altronde si può dedurre dal titolo dell’opera: “Con te mio Dio”. Ancora oggi, nonostante sia stata colpita anni addietro dalla cecità, la Mastantuono produce molto. Il suo spirito è riuscito a superare il trauma del male, ed ha continuato a comunicare il suo vasto pensiero. Mentre un essere normale avrebbe potuto provare un certo risentimento verso Dio per tale castigo, lei, accompagnata dalla fede e da molta forza intellettuale, è andata oltre rasentando la sublimazione.
Ho già avuto modo di evidenziare la fluidità del suo stile. Ogni componimento svolge compiutamente il pensiero e raramente vi si trovano degli stacchi; sembra che la poetessa non voglia prendere respiro per timore di tralasciare qualcosa di ciò che le urge dentro. Si accosta al divino con una remissione totale e il suo amore verso gli altri è altrettanto totale.
La silloge comincia con delle liriche dedicate al bambino Gesù, inizio di speranza per l’umanità e simbolo del più gran martirio: “Bimbo come gemma/ Nel prezioso inserto/ Della umanità dolente. / E Re dei Re / I piedini nudi su sponde di terra/ Irte di rovi e croci. /Re dei Re sul pianeta terra/ Alla fatica d’inseminare/ Germogli di verità/ Negli occhi che scorsero le tenebre.”. Continua poi in un canto devoto, ma nello stesso tempo esplica tutte le umane miserie e la bellezza della natura. Ricorda il Cantico dei cantici e le odi di Jacopone. La sua fede profonda non poteva tralasciare un personaggio fondamentale del disegno divino, così troviamo pure un’invocazione a Maria, nostra madre: “Invocandoti – Madre – / In protettivo anelito d’un raggio/ Che schiari il volto della sera. / Certezza d’un sorriso/ In travaglio d’anima/ Ai confini d’una terra disgregata / In viluppo d’ombre / Che fermentano paure.”.
“Con te mio Dio” è certamente un messaggio d’amore; soprattutto un insegnamento per coloro che non trovano pace e si arrovellano alla ricerca del nulla, senza fede né ideali.
Laura Pierdicchi