Sebastio Augusto – L’audace vita del signor Kellerman
Grafiche CRESSATI – Taranto 2004

Con uno stile pulito e lineare, Augusto Sebastio ci conduce in una storia affascinante che scorre lungo il confine tra il fantastico e il reale; un testo che s’imprime sin dal primo capitolo per la singolarità del contenuto.
L’ambiente scelto dall’autore è quello nordico (che già di per sé accende la fantasia per le atmosfere particolari), e con minuziosa perizia v’inserisce moltissimi elementi, attorno ai quali si muovono i personaggi; questi in ogni modo assumono il valore di presenze riguardo al protagonista del racconto: il signor Kellerman.
Il dettato, originale e raffinato, si dipana in un ambito indefinibile, dove la fantasia s’intreccia di continuo con la realtà, ed è ricco di rimandi storici e culturali. Ogni capitolo segna un passo del cammino di Kellerman, ma la narrazione che si sposta ripetutamente tra presente e passato, e lo stato allucinato del protagonista “un ragazzo normale con una vita anormale”, creano un tempo simbolico nel quale tutto il vissuto può divenire un’illusione.
La vita di Kellerman, infatti, risulta anormale proprio perché vissuta in una dimensione onirica; uno sdoppiamento della personalità che sconfina la porta del presente per esistere in un tempo fittizio più vivido e intrigante; una fuga dai disagi, dalle complicazioni del quotidiano. Un gioco continuo che segna la relatività del passare del tempo. Passato e presente uniti, vecchiaia e fanciullezza unite: “Aveva scoperto l’elisir della eterna giovinezza, non quella estetica sopraffatta dai segni e dalle rughe del tempo, bensì di quella più preziosa dell’animo in cui si nascondeva un bambino capace di giocare ogni giorno, con le immagini circostanti.” Per finire, Kellerman sceglie proprio la fuga nel sogno, ed entra così in modo definitivo nella dimensione a lui più congeniale: quella “senza tempo”.
ULTIM’ORA 18.2.2006