Cauchi Tito – Conchiglia di mare
Conchiglia di mare
Il volume di Tito Cauchi è suddiviso in due parti: “Conchiglia di mare”, che dà il titolo all’opera, e “Anteprime”. Le liriche della prima parte risalgono agli anni ‘70, mentre quelle della seconda parte agli anni ’50; da ciò si rileva in un certo modo il percorso dello stile poetico.
La maggioranza dei testi compresi in “Anteprime”, composti in quartine, hanno una cadenza rimata, un ritmo veloce e in certi punti richiamano la filastrocca. In “Conchiglia di mare” le quartine si accompagnano a terzine e ad altre metriche cosicché la musicalità risulta più sinuosa, e nello stesso tempo più carica. Gi spazi bianchi provocano il giusto momento di pausa e silenzio, e il tutto diventa pregnante.
Riguardo al contenuto, in “Conchiglia di mare” Cauchi propone il pensiero della morte in tutte le relative sfaccettature, associandolo a vari sentimenti, sensazioni, ricordi, che girano attorno al gran mistero. L’approfondimento di quest’argomento diventerebbe quasi ossessivo se ogni tanto non ci fossero dei testi di diverso respiro che alleggeriscono il dettato. Egli, inoltre, rifugiandosi nella fede e nella preghiera riesce a comunicare un messaggio di speranza.
Le liriche raccolte nella seconda parte toccano diversi temi (tre di esse portano la firma di Paolo Di Francesco) e risollevano l’atmosfera con momenti anche gioiosi, semplici ritratti, ricordi amorosi e giovanili.
Per dare un esempio delle due scritture ho scelto alcuni versi da “Conchiglia di Mare”: “Sei morta tante volte / e morta adesso che tu sei / vivi ancora più di prima. / Adesso il tempo s’è fermato / e crescendo io con esso / ti vedo ancora come prima.”; ed alcuni da “Anteprime”: “Di me tu sei dolce meraviglia / pegno altari gemme sei ciglia / di zaffiro pupilla irradi luce / natura divina tutto ti conduce.