Giaracuni Tommaso Mario – Quaderno a quadretti

Quaderno a quadretti

Giaracuni ha una personalità eclettica; infatti, oltre la poesia, si occupa di pittura, musica e critica letteraria. Da molto tempo è conosciuto ed apprezzato.

In questa sua ultima silloge: “Quaderno a Quadretti”, egli torna alla fanciullezza, tocca epifanie, momenti magici, ingenuità: “La sera che torna ad una remota/ immota tregua sommessa / riflessa d’infanzia, rilegge le pagine / come un classico testo di scuola / Il chiasso rompeva la mamma / al canto favoloso del sonno.”. Dopo s’ introduce nell’infanzia che lo circonda cogliendone tutta la freschezza; l’occhio indagatore del poeta scruta ogni gesto del fanciullo, analizza il tempo attuale e lo confronta con quello passato. Egli si accosta anche fisicamente a questa nuova infanzia rigenerandosi nello spirito e ritrovando il senso della vita. Il bambino è tanto importante che merita solo sincerità: “Ai bambini non mentire mai, / gioca come un tuo ritorno / alle radici dei giorni felici…”. E’ solo rievocando e seguendo questo meraviglioso momento dell’esistenza che l’uomo può di nuovo stupirsi delle piccole e grandi cose che lo circondano: “Se porti a passeggio un bimbo / sappi sorprenderlo con la pioggia / che scende da uno scontro di nuvole, / sistema barchette di carta e treni di latta / e punta nello spazio il satellite artificiale..”.

Giaracuni, nel ricordo di scene magiche del suo tempo, avverte il disagio di questo nuovo mondo rovinato, e si preoccupa di come potrà vederlo l’occhio inesperto del bambino: “…E’ vero, voli di gabbiani furono infranti / dalle mitraglie, ma tu, dimmi / tu che non hai più droghe di cieli puri / e trincee si ergono in ogni strada, / dimmi, quale guerra si prepara alla tua infanzia.” Ma senz’altro la vita farà il suo corso, anzi, ogni nuova generazione apporterà qualcosa di nuovo: “…mentre tu leggi l’inizio del mondo / sulla mappa rugosa del mio viso. / Ti lascio le strade percorse / le tante idee sommerse / In mezzo ci sei, mentre il tempo sfuma, / aggiungi qualcosa.”. L’importante è non abbandonare mai il fanciullo che è in noi (come bene evidenziano i versi di Neruda in retro copertina), perché è forse il periodo più bello e importante della nostra esistenza: “…Sortilegio l’illusione del bimbo / che non sa l’afrore del mondo.

Il pensiero è racchiuso in brevi liriche dense di significato e ricche di sonorità interna; le immagini si stagliano nitide e i contenuti si caricano di lirismo. In tutta la raccolta aleggia un incantamento, un’atmosfera innocente, pulita; ed è stato veramente un piacere addentrarsi in tale lettura, visti i tanti gravi problemi che ci circondano. Oltre ad aver potuto apprezzare un bravo poeta, si è respirata un’aria sicuramente nuova.