Vaghenàs Nasos – La luna nel pozzo
Genesi Editrice 2008 – € 12,00

Nel volume La luna nel pozzo del poeta greco Nasos Vaghenàs si sviscera l’importanza della luna nei vari periodi storici e secondo i punti di riferimento letterari e non letterari. Infatti, il saggio di Massimo Peri (una sessantina di pagine), che precede le liriche di Vaghenàs, è di per sé un’opera che svela al lettore i vari influssi che questo luminare ha avuto sull’uomo.
Peri inizia dallo studio della retorica per definire il topos letterario, poi sviluppa un’analisi che affronta un groviglio di punti di vista. Non potendo comunque approfondire tutti gli argomenti, l’attenzione si concentra su l’alchimia (figlia dell’età medievale e post-medievale) per la sua adattabilità al pensiero di altre discipline e per il linguaggio adottato che rende possibile impiegare le stesse categorie retoriche riguardanti la poesia. Ma ancor più per essere stata accolta da Jung, che ne ha fatto emergere il considerevole valore psicologico. La ricerca continua per definire la poetica di Vaghenàs riguardo all’alchimia e alla tradizione letteraria, e Peri propone una tabella abbreviata di riferimento alchemico (ma può essere pure una sintesi di tutto il pensiero antico) e cioè: la luna si associa all’acqua, alla femmina, all’argento, al bianco, al freddo umido; il sole al fuoco, al maschio, all’oro, al rosso, al caldo secco. Rileva inoltre che la ricerca dell’alchimista ha uno scopo spirituale, avendo coltivato l’esoterismo, il linguaggio cifrato, e propendendo per una rinascita e una salvezza.
Prende poi in considerazione ogni singola categoria della tabella del pensiero alchimista, analizzandone ogni dettaglio dall’inizio della storia. In questo modo, dopo aver offerto al lettore un quadro esauriente sull’argomento, può confrontare la poetica di Vaghenàs ed evidenziare diverse coincidenze e diverse novità. Vaghenàs è in linea con la tradizione per quanto riguarda la sessualità della luna ma si allontana riguardo al colore e alla concezione di luna-donna-passività. Infatti, la sua luna svolge un ruolo attivo e il colore rientra nella gamma del rosso. Da questo, emerge un’altra divergenza con la tradizione: la luna perde la sua connessione con il freddo, l’acqua e l’umidità per diventare calda e a volte rovente come il sole. Peri rileva un ulteriore particolare che si discosta dalla tabella e cioè l’esclusione da parte di Vaghenàs della luna come figurante: senza l’uso della metafora la luna diviene corpo e si allontana dalla tradizione retorico-letteraria.
Anche per quanto riguarda la corrispondenza con l’anima, che ha spinto gli alchimisti ad attribuire simbolicamente alla luna il lato oscuro della psiche e dell’inconscio (specialmente per il suo rapporto con l’oscurità della notte), Vaghenàs diverge da tale concezione attutendone il lato sinistro e demoniaco; infatti, pur riconoscendole un lato oscuro e ambiguo, è sicuro che non voglia danneggiare l’umanità. Si avvicina invece al pensiero letterario e soprattutto a quello alchemico per quanto riguarda l’influsso che il luminare ha sull’uomo e il suo destino. Un altro punto di riferimento è quello che unisce la luna alla donna, cioè l’anima e l’eros (per questo tanto decantata dai poeti maschi). L’archetipo speculare è il sole-maschio. Il sole rappresenta la coscienza e la luna, l’inconscio. Su quest’aspetto Massimo Peri svolge un’approfondita disamina, sempre per raffrontare la poetica di Vaghenàs e darle una giusta collocazione. Ne risulta che il poeta ha una netta preponderanza per la luna, cioè per l’anima, e tralascia l’importanza del sole-coscienza. Questa estromissione, che viola la tradizione plurimillenaria, nasconde una trasformazione, una nuova configurazione: una luna che si congiunge al sole e non rappresenta un solo sesso ma un coniugium, perciò è più attiva che passiva in quanto impregnata di elementi maschili, o meglio, è ermafrodita.
La forte attrazione di Vaghenàs per la luna nasconde anche la necessità di far emergere quella coscienza persa nel collettivo dall’animo arido, ritrovare una luce interiore e avvicinarsi allo splendore di Dio. Da questo, Peri conclude che la luna di Vaghenàs ha certamente delle analogie con quella degli alchimisti (anche se lo stesso afferma di non essersi mai occupato di alchimia) poi, riferendosi a Jung, evidenzia che l’inconscio collettivo si discosta dalla riflessione cosciente, perciò certe scelte esulano dalla volontà consapevole, come appunto le analogie tra il simbolismo di Vaghenàs e quello degli alchimisti.
Dall’importante, analitico saggio di Massimo Peri, ho cercato di cogliere qualche punto saliente, ma solo con la lettura si può comprenderne appieno il significato.
Per quanto riguarda lo stile, l’Antologia delle poesie lunari di Vaghenàs, che segue il saggio di Peri, raccoglie liriche di vario respiro, composte per la maggior parte da strofe di diversa lunghezza, così da incidere il giusto silenzio dello spazio secondo l’esigenza del dire, e dalla traduzione di Oddone Longo e Massimo Peri si evince un dettato che segue la tradizione classica, con toni lirici molto originali e spunti preziosi. E’ un libro dunque di sicuro valore culturale e di alta poesia.
VERNICE 41-2009