Vetromile Giuseppe – Mesinversi
Il Croco – I quaderni letterari di Pomezia Notizie

Come ha ben rilevato Marina Caracciolo nella prefazione di questa raccolta, Giuseppe Vetromile si è cimentato in un tema molto difficile. Le stagioni, infatti, sono state trattate nel tempo da molti poeti, ed egli avrebbe potuto rischiare di cadere nel déjà vu. Il pregio invece di questa silloge è proprio la singolarità, giacché Vetromile si è tuffato in quest’impresa in maniera concettuale. I mesi perdono la loro peculiarità e si gonfiano di molteplici immagini ed emozioni, integrandosi col poeta. Egli, oltre ad imprimere la diversità della natura col passare dei dodici mesi dell’anno, evidenzia lo stato d’animo dell’uomo durante questo passaggio, accostandolo metaforicamente allo scorrere della vita stessa. Per es.: “Attendo che passi l’amarezza: / intreccio versi e preghiere in grembo / nell’angolo buono / tutto il tempo aggrovigliandomi / alle vampe della vecchia stufa a cherosene”. Ma anche quando si rivolge alla natura, ci regala delle espressioni che si spiccano per la loro incisività e particolarità: “Settembre passa come una ferrari / va veloce verso il traguardo / e non torna che al prossimo giro d’anno”; oppure “Dai pinnacoli del cielo svetta il sole / caldissimo sulle nostre opere disumane: / sembra voler disciogliere in fuoco / il calcestruzzo e il ferro dei rottami”.
La struttura poetica denota una sapiente maturità. Il verso ogni tanto si ferma per un attimo di silenzio che serve a scandire ancora di più il discorso, già di per sé molto pregnante. Il lirismo non è trattato con voli astratti, bensì è giocato con l’importanza della parola, in modo da rendere dei risultati speciali: “In questo fervore/ sono quello che,/ crocifisso fuori casa, ora procede/ carico di chiassose cianfrusaglie, / travestito da buon samaritano.”; oppure “il mio chicco di materia che s’apre e s’abbandona / lungo il solco dell’andare”.
Sono dunque d’accordo con la Caracciolo nell’affermare che Vetromile ha meritato il premio Città di Pomezia, perché questo lavoro nella sua complessità ci regala un assieme di sfaccettature veramente uniche.
POMEZIA NOTIZIE – 12/ 2004