Vettorello Rodolfo – Voglio silenzio
Il Croco – I quaderni letterari di Pomezia Notizie

Il 1° Premio Città di Pomezia 2014, assegnato a Rodolfo Vettorello per la silloge Voglio silenzio, è stato come sempre frutto di un giudizio meditato da una Giuria di prestigio.
Lo spessore poetico di Vettorello si ravvisa sin dai primi versi, che poi si snodano in un dettato armonioso e sempre più denso. Egli si presenta come un essere fuori del tempo. Tra le cose che lo circondano, ama l’essenziale e il silenzio: “E’ quiete intorno / come se fossi un monaco ed avessi / scelto il silenzio.” Si avverte pure una grande nostalgia per il passato: “Voglio una strada bianca / e polvere che s’alza come nebbia / sotto le ruote cigolanti ai carri / al passo musicale dei cavalli.”. Solo in mezzo alla natura riesce ancora a vibrare: “e spendere quel tanto che mi resta / ad ascoltare il vento tra le foglie, / il canto degli uccelli sconosciuti, / il fremito dell’acqua dei ruscelli.”.
Vettorello è poeta dal sentire profondo e neppure un amore solo sognato può scalfire la pacatezza del suo animo, anche se la donna desiderata sicuramente non lo meritava: “Mi sono perso in favole da niente / a immaginare paradisi e intanto / più d’uno ti prendeva ed io incosciente / ti carezzavo appena / per il timore assurdo di sciuparti.”. Troviamo pure bellissime immagini di luoghi, come per esempio l’atmosfera di un litorale marino, dove il poeta s’identifica con un granchio solitario, per imparare a vincere la paura della morte.
Malinconia e nostalgia si rincorrono tra i ricordi: la perdita di una sorella amata, i giorni dell’infanzia, il batticuore dei vent’anni per degli incontri sui Navigli, e così via. Inoltre, si circonda di bellezze naturali, quasi se le vivesse interiormente, e nell’ammirare cieli, fiori, stelle, rondini in volo, rive profumate di torrenti, si rende conto di trovarsi ormai nel tempo d’autunno e non poter più provare forti emozioni: “Così aspettando un dopo che non viene / io scorro come altro non so fare, / senza uno scopo, / come un fiume al mare.”.
L’intensa silloge di Vettorello trasmette una solitudine quale risultato dell’inventario di una vita. Egli è consapevole dei momenti felici di un tempo a ora aspetta con dignità e dolcezza un futuro che inevitabilmente non potrà più donargli momenti gioiosi.
POMEZIA NOTIZIE – 12- 2014