Voller Roberto – Grammi
GAZEBO VERDE 2001

Le liriche di Roberto Voller sono molto brevi, alcune addirittura lapidarie. Le pagine della raccolta “Grammi”, composte di qualche verso e grandi spazi, provocano un’impressione di vuoto e contemporaneamente di silenzio. Addentrandosi poi nel contesto ci si accorge che ogni verso si ripercuote nella mente, a volte con un’asprezza tagliente. Sembra inoltre che le parole si dilatino: il non detto va a completare il pensiero e lo spazio bianco fa da eco all’emozione.
Voller possiede il dono di cogliere con un’occhiata fulminea l’essenza delle cose e delle situazioni. Parla di politica, religione, problemi esistenziali, d’amore e di dolore, e li tratta con ironia e in certi momenti con durezza. La rabbia per tutto il negativo che ci circonda invade il poeta e pare che voglia ferire il lettore per renderlo partecipe della sua tristezza o disgusto: “ognuno è splendido/ nella propria nefandezza”. Anche nei pochi concetti positivi, che risultano abbaglianti “l’oro illumina”, s’intravede il doppio senso del significato.
L’autore ha una personalità molto interessante e la sua poetica sviscera i tanti problemi del nostro tempo. Egli manifesta un interessamento politico verso la parte debole, alla quale mancherà sempre qualcosa. La completezza tuttavia non esiste, come ben si rileva dalla lirica “La lisca” dove la parola “senza” è affiancata a varie condizioni, quasi un’ossessione, per far risaltare che in ogni situazione vi è una carenza.
Anche l’amore non porta gioia, e la ricerca del padre è divorante: “chiamai mio padre più volte/ con forza con dolore/ il Suo silenzio non mi sorprese/ chinai la testa di spine verso terra/ e vomitai acido/ la mia vita”. A Voller non resta che rifugiarsi nella figura del Pierrot portandosi dentro un carico di dolorosa malinconia: “gettata la maschera/ è voluto morire in croce Pierrot/ rizzato sul palo ha gridato/ più in alto! più in alto! perdio!/ vicino alla luna”.
SILARUS 2002