Chiappelli Walter – Mia rosa mia luce

Mia rosa, mia luce

Nel corposo volume Mia rosa mia luce di Walter Chiappelli troviamo centonovanta componimenti, tutti di quattordici versi e ricchi di musicalità per la presenza di molti settenari. Già dall’impostazione si evince che Chiappelli non ha scritto sotto l’influsso emotivo, bensì ha elaborato un progetto di ampio respiro per dare un senso compiuto all’opera e contemporaneamente dare risalto alla raffinatezza strutturale. Del resto, è ben noto nell’ambito letterario e questo suo ultimo libro si affianca a una copiosa produzione.

Chiappelli ha veramente molto da dire, poiché abbraccia due universi: quello umano e quello divino. Già il titolo dell’opera richiama la sensuale bellezza della rosa e l’abbagliante astrattezza della luce; due opposti che nel dettato s’intrecciano di continuo perché ogni azione umana è condizionata, se non addirittura regolata dal Divino. Sono miriadi le emozioni e gli accadimenti che s’intersecano in questo importante lavoro.

Per Chiappelli l’amore è sentimento di primaria importanza. Sebbene in età avanzata, non ha dimenticato le sublimi sensazioni del rapporto amoroso e s’incanta ancora davanti alla bellezza femminile. Ma tutto questo si sposa con la spiritualità, cosicché la gioia carnale assume un’altra dimensione: “Una struggente voglia / spirituale. rianima / con grazia quei momenti / li rigode idealmente / oh, quanto risplendono / gl’incanti della gioia / così disincarnata / candida, immodificabile”.

Una prova tangibile della presenza divina è quella della perfezione del creato, dove tutto è regolato da una forza superiore al nostro intelletto, come il succedersi del sole e della luna, della vita e della morte. Quest’ultima è molto presente nella raccolta, perché Chiappelli sa che gli anni passati sono tanti e che il traguardo potrebbe essere vicino. Vi sono delle velature angoscianti che richiamano il timore atavico della fine e il dolore struggente per la perdita di persone care. In contrapposizione vi è però la speranza che vi sia un oltre più fulgido, una nuova luminosa vita, che rende la morte solo un passaggio necessario per guadagnare l’eternità.