Chiappelli Walter – Soavissima pietas

Soavissima pietas

In Soavissima pietas, ultimo corposo volume di Walter Chiappelli, emerge un pensiero aperto a diversi argomenti che avviluppa l’attenzione del lettore. Ricco d’esperienza, Chiappelli si pone di fronte allo scorrere del tempo con un atteggiamento sereno, ma nello stesso tempo scava nel profondo del sentire provocando emozioni di forte impatto. Ogni lirica è un nucleo a sé stante sempre di breve respiro e determina una concezione, ma nell’insieme il libro risulta un corpo unico intriso di una matura sensibilità, che evidenzia una singolare voce poetica. Vi è inoltre una certa lietezza che alleggerisce il tono e apre alla speranza di una vita oltre la vita: “Già da tempo mi sono detto addio / via da me stesso verso / l’altro me stesso umana / lietezza tra la gente / (sognai una notte un cristo / solo solo che urlava dalla noia)…”.

Chiappelli si volge sovente agli anni passati donandoci visioni toccanti della sua fanciullezza, segnata dalla guerra ma colma di affetti, tra i quali emerge l’amore materno: “… / i gentili atti le voci le risate / tutto il dolore acceso dalla guerra / il pane nelle mani della mamma, / quel forte fuoco che scaldò e arse la vita /quel fuoco ancora acceso”. Così pure dedica liriche alle persone care scomparse, cariche di malinconia e alle volte di dolore: “Oggi ho pianto, ho pianto: quanti compagni / e vaghi conoscenti / nell’infinito essere / spariti, via dagli sguardi; / e lacrime più dense / m’hanno scavato il viso tracciandovi / vere l’immagini dei cari volti /…”. Ma lo scenario nel quale si svolgono i tanti avvenimenti è la natura, e Chiappelli s’immerge in essa decantandone tutta la bellezza sin nei minimi particolari e abbracciando tutte le stagioni.

Un altro tema di vitale importanza per il poeta è l’amore/eros, e troviamo immagini vivide (compresa una bruciante passione), che denotano uno spirito non scalfito dal passare degli anni. La donna rappresenta il tutto, dalla sua grazia si sprigiona sia la spiritualità sia la sensualità; soprattutto, quando ama, è fonte di ebbrezza e felicità.

Come detto sopra, Chiappelli elabora costantemente il passare del tempo con uno stato d’animo positivo e soprattutto con la consapevolezza che alla decadenza fisica corrisponde un’elevazione della sapienza e dello spirito. E solo l’amore gli ha lasciato dei ricordi eterni, ma resta sempre la speranza dell’oltre: “…solo gli attimi della beltà e dell’amore, / venerati, in me si sono confermati eterni -; l’attimo dell’intera vita / s’armonizzerà, è legge, coll’armonia / silente: tutto confluirà // dove memoria tace”. Pur se i tanti dubbi a volte lo assillano, con una fede abbracciata consapevolmente e una grande passione per la vita e per gli altri, può comprendere e stendere un velo di pietà sulle tante azioni aberranti dell’uomo.

Chiappelli ha così potuto donarci un libro molto intenso nel quale l’esistenza è considerata nei minimi dettagli; un messaggio che ricerca una possibile verità e che induce il lettore alla riflessione.