Zoja Franco – L’elegiaco Tibullo e variazioni

Genesi Editrice –  Febbraio 2016

Con “L’elegiaco Tibullo e variazioni e scritture della memoria” Franco Zoja ha meritato il Premio I Murazzi per l’inedito 2015. Già questo riconoscimento denota il valore dei testi (versi e prosa) sia per lo stile originale sia per il contenuto.

Zoja è un intellettuale molto erudito cosicché il suo interesse si posa sull’analisi storica e riesce ad intrecciare il tempo proponendo due epoche distanti due millenni. Il libro è suddiviso in quattro parti. Nella prima “Elegie di Tibullo” si possono ammirare i versi originari di Tibullo, scelti dai quattro libri delle elegie, tradotti dallo stesso Zoja e seguiti da una nota esplicativa che amplia il sentire dell’antico romano e ci apre una visione “altra” con personaggi di epoche lontane, come Francesco d’Assisi, Dante, Virgilio, ecc. Tibullo considera pure gli eventi, la politica, l’assurdità delle armi, ed esalta il valore della terra e dell’agricoltura che sono preziose per la vita dell’uomo. E’ un’atmosfera dove regna la natura, l’amore, ma anche il sesso poiché al tempo non mancavano i bordelli e le orge bacchiche. 

Anche nella sezione “Variazioni” vi sono riferimenti a testi e personaggi antichi, come “I fasti di Ovidio”, “Plinio il giovane”, “Cicerone”, ecc., accompagnati da personali considerazioni di Zoja che toccano vari campi dell’esistere e del sociale.

In “Scritture della memoria” e “Rime e non” troviamo invece liriche dello stesso Zoja nelle quali dispiega il suo porsi all’esistenza facendoci entrare in un mondo ricco di emozioni.  Qui il poeta scopre la propria sensibilità, si abbandona ai ricordi, incontra la gioia e il dolore, si pone di fronte  ai problemi civili ed esistenziali, in un caleidoscopico intrecciarsi di visioni e di pensieri. Specialmente nei versi brevi, quasi lapidari, di “Rime e non” vi sono delle considerazioni che entrano come frecce nell’animo del lettore. Vedi Languore: “Lo sa la baldanzosa gioventù, / in cui gli ormoni girano a mille / e tutto scoppietta e fa scintille. / Ma quando essa non c’è più?”. Ci regala così un mirabile confronto tra il pensiero di un tempo e quello dei nostri giorni.

Lo stile impeccabile di Zoja si sposa dunque con i bellissimi versi di Tibullo e degli altri, anche se fra i testi ci sono tantissimi anni di distanza, donandoci un quadro speciale di sentire e di storia.