Lorenza Rocco – Mater

Laura Pierdicchi si fa dono con una nuova, intensa silloge poetica dal titolo significativo Mater”, ove in immagini di rare lata bellezza e suggestive metafore, la poetessa esprime, sul filo della memoria, tenerezza, nostalgia, rimpianto, infinito amore per la figura materna, presenza spirituale ancora più forte nell’assenza fisica, all’indomani della dipartita, “I tuoi occhi madre”, “le tue mani madre”, “la tua voce madre”, “tu madre”, “mi sentivi”, “i tuoi capelli madre”, “la tua eloquenza madre”, “il tuo profumo madre”, “la tua pelle madre”, “‘tu testimone madre ” , “la tua veglia madre”, “le tue ali madre” piccole frasi punteggiano i versi ci sintetizzano la presenza della madre, accanto alla figlia nell’arco dell’intera esistenza.
Sensazioni visive, auditive, olfattive, momenti indelebili scolpiti nell’anima, fino agli ultimi istanti e… all’ultimo volo. Un colloquio di anime ininterrotto in una visione psico-fisica, dalla bimba di pochi mesi/fra le tue braccia calde”… Fino alla parola dipinta..
Seduta in poltrona
le spalle curve
le braccia in grembo
le piccole man incrociate
(che si perdevano
nella maestosıtà del corpo),
sembravi un ritratto di Gauguin
Con gh occhi lucidi
Mesta parlavi del tempo
Che ha corso
Più in fretta di noi.
Ormai anche tu
Hai il cuore nell'aria.
Eros, amore, vita e tanathos, morte, la lucreziana ferita mortale dell’uomo, sostanziano l’empito lirico di Laura. Il senso di vuoto, l’assenza, la solitudine inducono a ripensare il il senso della vita e della morte, nel fluire dei giorni, nella corsa ineluttabile del tempo verso il traguardo finale, in attesa di spiccare il volo. E significativo che la silloge inizi e termini con i versi pregnanti di Emily Dickinson
Soltanto nella perdita
cogliamo l'importanza di chi stava
poco prima tra noi.
un sole estinto
ci è caro al suo svanire
assai più di prima
quand'era a noi presente
l'oro del suo splendore
Al termine della silloge, i versi di Emily sono il miglior commento allo slancio lirico di Laura
L'irraggiungibilità
di chi ha compiuto la morte
e per me più maestosa
d'ogni maestà della terra.
L'anima scrive "Non in casa"
sopra la carne
e si avvia col suo dolce passo etereo
dove non è speranza di toccarla.
Concludo, ricordando che Laura Pierdicchi, antica lettrice e collaboratrice di “Silarus’, nel 2016, inviando in redazione il libro “”Oltre” annotò: “È dedicato a mio marito. Penso che sarà l’ultimo della mia produzione”. Le rispondevo: Cara Laura, ce ne saranno altri. Solo all’Arte è dato di restituire chi l’ala distruttrice della morte sottrae. La sublime inutilità della Poesia renderà vivo e presente Franco nella tua vita”
D’altronde, se per Tolstoj, “scrivere è intingere la penna nelle proprie ferite”, per chi fruisce del dono delle Muse, la Poesia, consolatrice ed eternatrice, lenirà le pene del cuore, ” Vincendo di mille secoli il silenzio”
da Sìlarus n.254/355 – 2024