Orio Zaccaria – Il segno dei giorni

Dodici splendidi ritratti femminili raccontati attraverso altrettanti itinerari di vita che si dipanano tra l’adolescenza e l’età adulta. Fino alla maturità quando, come puntualizza Laura Pierdicchi nel suo libro Il segno dei giorni, “di mattina potrei non risvegliarmi più, né vedere più il tramonto”.

Profili che riemergono sull’onda di ricordi personali o di confidenze via via accumulatesi nel corso degli anni e che l’autrice rivisita o reinventa attraverso il filtro di una creatività narrativa fortemente dinamica e suasiva. Sono vicende variamente segnate dal dolore, dal dubbio e dalla sofferenza. Soprattutto dalle rinunce, alle quali talora le donne sono costrette lungo il proprio cammino esistenziale. Ma affiorano a volte anche tracce di una gioia prorompente, di inusitato attaccamento agli affetti e non solo familiari. Come nel coinvolgente racconto “L’attesa”, dove un amore non cercato e senza speranza è vissuto come la sola risorsa possibile contro la solitudine.

Il mondo femminile, soprattutto quello più nascosto e segreto, ci è svelato con toni di inusuale delicatezza e notevole sensibilità. Un mondo che molto somiglia ad una remota landa dei sogni nella quale possono fiorire all’improvviso insospettati e insospettabili stimoli ad un futuro ideale. Ma dove convivono in un inestricabile viluppo simbiotico anche ritrosie ed incertezze, apparentemente incomprensibili, soprattutto per ciò che riguarda le possibili scelte di vita. È appunto questo il “segno” lasciato dai giorni nei singoli microcosmi dei personaggi che animano il libro di Laura pierdicchi. Che si chiude con l’emblematica lettera ad un’amica, sempre presente nel bene e nel male, amata “più che mai”. E con un nome bellissimo: vita.